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Pagine Romaniste

·21 de abril de 2025

Una città, una maglia: Roma e la Roma, un unico cuore che batte da 2778 anni

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Pagine Romaniste (G.Rufino) – Nel giorno in cui Roma spegne 2778 candeline, è impossibile non sentire l’eco della sua anima vibrare attraverso i sampietrini, le cupole, i vicoli stretti e i tramonti infuocati che sembrano dipinti da Dio stesso. Roma non è una città: è un sentimento, una storia che non finisce mai di essere scritta, e come ogni storia epica, ha il suo eroe. Non in toga, ma in maglia giallorossa. La AS Roma.

C’è un filo invisibile, ma indistruttibile, che lega le rovine del Colosseo ai cori della Curva Sud, i Fori Imperiali agli striscioni srotolati come pergameni moderni, le statue marmoree agli idoli in carne e ossa che calcano l’erba dell’Olimpico. Roma è la madre, la Roma è il figlio prediletto, con la stessa fierezza nello sguardo, la stessa malinconia nello spirito, e quella straordinaria capacità di rialzarsi sempre, nonostante tutto.


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Non è un caso se il soprannome della città è “l’eterna”, e come lei la Roma non muore mai. Non importa quanto sia difficile la stagione, quanto il destino sembri voltare le spalle: la fede non vacilla. Perché essere romanisti non è una scelta calcistica, è una condizione esistenziale. È camminare tra le rovine dell’Impero e sentire che, nel proprio piccolo, si appartiene ancora a qualcosa di più grande. È sapere che ogni volta che un ragazzino indossa quella maglia, sta indossando un pezzo di storia millenaria.

Da Romolo, che secondo la leggenda tracciò il solco sacro della città, a Francesco Totti, che quel solco l’ha solcato a suon di dribbling e carezze al pallone, il passo è più breve di quanto sembri. Entrambi sono simboli di appartenenza, di identità, di un popolo che non ha mai smesso di credere nei suoi dei, anche quando questi portano il 10 sulla schiena.

In un mondo che cambia alla velocità della luce, Roma e la Roma restano. Una pietra che resiste all’erosione del tempo, un amore che brucia anche quando la fiamma pare flebile. Perché in fondo, quando si dice “Forza Roma”, non si fa solo il tifo per una squadra. Si fa il tifo per una città, per una cultura, per un modo di essere che non ha eguali nel mondo.

Buon compleanno, Roma.

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