Calcio e Finanza
·18 de dezembro de 2024
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Questo pomeriggio Iliad, Innovation & Technology Partner di Lega Serie A, ha ospitato nel proprio flagship store di Via Torino, 55 a Milano l’Ambassador della Serie A Christian Vieri.
L’ex attaccante di Juventus, Inter e Milan è stato protagonista di una intervista con Nicoló Devitis, che collabora ormai da un anno con la compagnia telefonica italiana fra eventi e iniziative social.
Fra un aneddoto e l’altro Vieri ha ripercorso la sua carriera calcistica dagli inizi nel Santa Lucia (società in provincia di Prato di cui era presidente il nonno di Alessandro Diamanti), che ha rappresentato la prima tappa che ha poi visto Vieri arrivare a giocare «nei più importanti stadi del mondo con i giocatori più forti. Avevo due sogni mentre ero un bambino in Australia – racconta – giocare in Serie A e in Nazionale e sono riusciti ad avverarli grazie ai miei genitori, che mi hanno lasciato fare, e a mio nonno che è stato fin da subito il mio più grande fan».
Vieri ha parlato anche del momento del calcio italiano: «Si sta riprendendo alla grandissima. Abbiamo visto l’Inter in finale di Champions, l’Atalanta ha vinto l’Europa League, mentre Roma e Fiorentina hanno giocato due finali a testa fra Europa League e Conference. Non ci sono i soldi di una volta e quindi serve cercare i giovani forti e farli crescere come ha sempre fatto l’Atalanta e ora sta facendo la Lazio con questo nuovo corso. Lo stesso discorso vale per la Fiorentina che, anche se non ha vinto, ha portato per due volte la gente di Firenze a vedere due finali, più quella di Coppa Italia».
«Nella mia carriera penso siano stati fondamentali tre allenatori – continua Vieri –. Il primo è sicuramente Rosario Rampanti, che ho avuto per due anni e mezzo in Primavera a Torino. Lui mi ha insegnato l’etica del lavoro ed è stato bravo a puntare sull’allenamento visto che nel primo anno avevo davanti ragazzi più grandi di me che giocavano. Poi c’è stato Emiliano Mondonico che mi ha fatto esordire al Toro e poi mi ha portato all’Atalanta. E, infine, Cesare Maldini che ho avuto 6-7 anni fra Under 21 e Nazionale».
«Delusioni e soddisfazioni in carriera? Perdere lo Scudetto all’ultima giornata prima con la Lazio e poi con l’Inter. La Champions con la Juve e anche il fatto di non aver giocato il Mondiale per l’infortunio al ginocchio a un mese dall’inizio del torneo. Dall’altra parte ci sono grandissime soddisfazioni. La prima sicuramente è essere passato dal ragazzino nella curva della Fiorentina a guardare Baggio giocare a vederlo di fianco a me in Nazionale, e poi all’Inter, per farmi quell’assist per il gol al Cile ai Mondiali 1998», ha proseguito Vieri.
«Un attaccante che mi somiglia nel calcio di oggi? Ce ne sono alcuni fisicati come lo erano io e mancini. Dico Vlahovic, Lukaku e Haaland, ma anche Dovbyk che è veramente forte e lo si vedrà presto anche a Roma». A proposito di Roma una battuta Vieri la riserva anche a Totti: «Secondo me ha sbagliato a smettere di giocare perché non lo volevano più alla Roma. Glielo dico sempre: dovevi andare da un’altra parte e giocare fino a quando hai voglia. Anche adesso gli dico, se vuoi giocare, gioca. Ora ha un rimpianto perché gli è rimasta la voglia. Quando si è felici a fare una cosa, bisogna continuarla a fare fino a quando si può».
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