Amauri svela: «Del Piero il compagno di reparto perfetto. Mi scontrai con i tifosi della Juventus per questo motivo specifico» | OneFootball

Amauri svela: «Del Piero il compagno di reparto perfetto. Mi scontrai con i tifosi della Juventus per questo motivo specifico». Parla l’ex bianconero

Una lunga carriera ricca di soddisfazioni, ma anche segnata da qualche rimpianto. Amauri, l’attaccante italo-brasiliano, si è raccontato in una lunga intervista concessa ai taccuini dell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, ripercorrendo il suo intenso tragitto nel mondo del calcio italiano.

Con il senno di poi, l’ex centravanti ha ammesso che oggi non ripeterebbe alcuni errori commessi in passato, soprattutto nella gestione del proprio fisico. Un episodio in particolare, risalente al suo periodo alla Juventus, pesa ancora.

«Soprattutto nelle scelte – racconta all’edizione odierna della Gazzetta dello Sport -. Mi gestirei meglio. Per esempio, nel 2010, dopo l’esordio con l’Italia mi feci male e invece di fermarmi continuai a giocarci sopra. Ho fatto quattro mesi da fantasma, andando in campo con i dolori e finendo per scontrarmi con i tifosi della Juventus».

Non solo ombre, però. La carriera di Amauri è stata illuminata dalla possibilità di giocare al fianco di grandissimi campioni. Tra i tantissimi partner d’attacco avuti, due nomi gli sono rimasti nel cuore più degli altri, uno alla Juventus e uno a Palermo.

«Il primo che dico è senza dubbio Del Piero – ha proseguito -. Il compagno d’attacco perfetto. Uno che non ti fa mai sentire la sua grandezza. Poi non posso non menzionare Miccoli. Io e Fabrizio ci siamo trovati subito, un’intesa naturale. Siamo stati i re di Palermo».

La chiosa finale dell’intervista è dedicata a una parentesi personale: il futuro. All’ex giocatore è stato chiesto se ci sarà un altro Amauri capace di scaldare la piazza, e la speranza è riposta nel figlio.

«Mio figlio Hugo… magari. È un 2008 e gioca nella Primavera del Palermo. Lo seguo tanto, gli do consigli, ma deve stare sereno e pensare solo a dimostrare il suo valore».

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