Andrea Carnevale: «La Roma sfiorerà lo scudetto, il Napoli ha un De Bruyne da Champions e Hojlund diventerà un grande bomber. Conte e Gasperini hanno un merito grande» | OneFootball

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·7. Oktober 2025

Andrea Carnevale: «La Roma sfiorerà lo scudetto, il Napoli ha un De Bruyne da Champions e Hojlund diventerà un grande bomber. Conte e Gasperini hanno un merito grande»

Artikelbild:Andrea Carnevale: «La Roma sfiorerà lo scudetto, il Napoli ha un De Bruyne da Champions e Hojlund diventerà un grande bomber. Conte e Gasperini hanno un merito grande»

Andrea Carnevale si esprime così su quella che sarà la lotta Scudetto attuale. Il punto

SORPRESO DA NAPOLI E ROMA PRIME – «Sembra comodo dire di sì in questo momento, ma dal giorno in cui è stato annunciato Gasperini sulla panchina giallorossa ho pensato che stava per cambiare seriamente la geografia del calcio e a fianco del Napoli potesse starci la Roma. Non so fino a quando e fino a che punto, ma so che un allenatore del genere ti cambia la vita. E so per certo, invece, che Conte resisterà sino all’ultima giornata, come insegna il suo passato».

COSA SI ASPETTA ADESSO – «Che il Napoli si giochi lo scudetto con il Milan, che la Roma funga da quarto incomodo perché un po’ dietro le due sopracitate ci sta l’Inter. Gasperini mi piace come persona e come tecnico, è uno di quegli allenatori che costruiscono un calcio identitario, uguale a nessun altro. Lo dice l’Atalanta che ha vinto l’Europa League ed è stata protagonista a lungo in campionato, ma più in generale lo sottolinea la sua storia. E per adesso ha potuto incidere poco, ha solo bisogno di allenarli».


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COSA STA DICENDO IL CAMPIONATO – «Che sta crescendo il livello, ovunque. Che anche lo spettacolo va migliorando, ci sono state partite che si sono lasciate guardare con interesse e con ammirazione. La classifica, come è naturale che sia, finirà per allungarsi ma c’è una zona definita mediana che può dar fastidio alle grandi».

NAPOLI E ROMA: LE DIFFERENZE – «Il Napoli è forte di suo, ha un suo Progetto che va avanti da quindici o forse vent’anni, ha aggiunto classe esagerata con De Bruyne. E poi ne ha altri, ovviamente: in partite sporche, emerge sempre un Anguissa che la sistema o un Hojlund che la decide. Stiamo parlando di calciatori che spostano l’equilibrio e non è un dettaglio, ma rendono totali le sofferenze a cui sei costretto. A Gasperini, per ora, mancano i gol degli attaccanti: però aspettate, perché con lui non c’è stato centravanti o seconda punta o centrocampista che non abbia sbalordito».

I CAMPIONI – .«Sono stordito da Modric e da De Bruyne, che rappresentano il calcio. Uomini con un’intelligenza superiore, che ti incantano anche mostrandosi solo l’idea che vorrebbero realizzare. La risolvono da soli, in certi momenti delicati. E poi posso aggiungerne anche un terzo, però: perché Rabiot è centrocampista acuto, fisico, tecnico. Un leader».

CHI FA LA DIFFERENZA – «In cui la differenza la possono fare gli allenatori. Il Milan è stato reso squadra vera da Allegri, che conosce i meccanismi tattici e psicologici su cui incidere. Il Napoli continua con Conte il suo gigantesco percorso e può fare il bis, se riesce a far combinare assieme la Champions con la lotta-scudetto. E Gasperini magari non riuscirà a restare lassù perché un po’ di tempo gli andrà concesso, ma creerà i presupposti affinché accada poi».

HOJLUND – «Gran bel giocatore, che sente la porta e la vede, la attacca cercando la profondità o aggredendola, sa stare tra le linee. Strano scelga la sua esperienza in Inghilterra, con il Manchester United, in cui ha reso meno di quanto la sua quotazione di mercato lasciava attendere. Però è capitato in un periodo in cui il Manchester United ha incontrato problemi che hanno potuto frenarlo. Lui ha le stimmate del bomber ma si deve completare e lo farà, ha l’età dalla sua e si è inserito con spregiudicatezza nel Napoli».

DE BRUYNE – È chiaro che il centravanti danese non può ancora essere decisivo come lo è De Bruyne, però in questo caso stiamo parlando di un giocatore di un altro livello, di uno di quei geni – lui e Modric – dinnanzi ai quali ti togli il cappello. Io Kevin me lo ricordo quando aveva 18 anni e giocava nel Genk, ce l’ho ancora davanti agli occhi, ti colpiva all’epoca per la naturalezza delle sue giocate e per la capacità di saper guidare i compagni nonostante la giovanissima età. Lui è nato campione, la sua carriera lo ha dimostrato ampiamente. E adesso, chiaramente, è ancora più bello da vedere. Anzi, bellissimo».

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