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·3. November 2025

Bologna: qualità, ritmo e intensità. Tornare in Champions non è utopia, però…

Artikelbild:Bologna: qualità, ritmo e intensità. Tornare in Champions non è utopia, però…

Altra grande prova del Bologna e diciotto punti dopo dieci giornate. La Champions non è un miraggio, ma non bisogna sottovalutare due aspetti. L’editoriale

Il clima ieri sera al Tardini ha previsto una pioggia battente e incessante, mentre il verdetto del campo ha portato a un uragano, quello del Bologna di Santiago Castro, che si è abbattuto sul Parma di Cuesta. Il gol di Bernabé in avvio aveva illuso i padroni di casa, tuttavia la reazione dei felsinei è stata furente e non ha permesso repliche. Risultato giusto dunque, anche se per quanto visto in campo il vantaggio poteva essere anche più ampio.


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Con questo successo il Bologna vola a 18 punti e aggancia la Juventus di Spalletti, ed è in piena corsa per un posto Champions. Una posizione che più che un miraggio, appare anche quest’anno una grande opportunità.

Il Bologna può competere per tornare in Champions League. Ma non bisogna sottovalutare due aspetti

Le partenze estive di Ndoye e Beukema avevano fatto credere agli esterni che la crescita di questa squadra si fosse bloccata dopo due anni eccezionali. Eppure i risultati stanno dando ancora una volta ragione a società, staff e giocatori, nuovamente in lizza per un posto nell’Europa che conta. Sì perché parlare di Champions League non è assolutamente utopico, sia per il rendimento delle avversarie, fin qui molto altalenante, sia per la maturità mostrata dai ragazzi di Italiano, eccezion fatta per alcuni errori di gestione dei minuti finali (a Lecce e Firenze in primis).

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Il Bologna può competere per tornare in Champions League. Ma non bisogna sottovalutare due aspetti. Bologna Sport News (Photo by Emmanuele Ciancaglini/Getty Images Via OneFootball)

Al secondo anno di Italiano, la squadra ha limato alcuni aspetti, in primis la fase difensiva, e ultimato un sistema di gioco rodato e collaudato, improntato su un pressing forsennato e su un fraseggio rapido e verticale. Su questo il tecnico ha costruito la base dei suoi successi sotto i Portici, strappando applausi dai tifosi e complimenti dagli avversari. E’ certamente questo il grande punto di forza dei felsinei, che permette di inserirli tra le squadre in lizza per un posto alla prossima Champions League, seppur sia solo la decima giornata.

Nella passata stagione diverse big hanno dovuto arrendersi al cospetto del Bologna, che ha visto sfumare il quarto posto solamente alle ultime curve, anche in virtù di un cammino eccellente in Coppa Italia. Gli emiliani, un anno più tardi hanno tutte le carte per dire la loro, seppur sia vero che ci siano due aspetti da non sottovalutare.

Bologna, attento al cambio di status e al peso dell’assenza di Freuler

Il primo di questi è senza dubbio il cambio di status. Il Bologna è ormai una realtà del nostro calcio ed è quindi inevitabile che sia cambiata anche la percezione degli avversari nei confronti degli uomini di Italiano. Il rispetto è accompagnato dalla paura di lasciare spazi e opportunità ai rossoblù, tanto che spesso abbiamo visto squadre rintanarsi nella propria metà campo, pronte a ripartire e a sfruttare gli spazi alle spalle della difesa, ultima in ordine di tempo il Torino di Baroni.

In questa tipologia di partite è indubbio che il Bologna abbia fatto molta fatica a produrre occasioni e a concludere verso lo specchio. Tuttavia la qualificazione alla massima competizione europea passa soprattutto da questi dettagli e sarà perciò fondamentale trovare le giuste contromosse per non perdere altre occasioni.

Un altro interrogativo è segnato dall”infortunio di Freuler. La notizia, arrivata oggi in mattinata, è stata un fulmine a ciel sereno, soprattutto per l’importanza del numero 8 nell’economia della squadra. Normale che la sua assenza faccia sorgere degli interrogativi importanti sul rendimento che avrà il Bologna senza il proprio leader silenzioso.

Prima di questo momento le partite in cui non ha giocato dal primo minuto sono state due: Lecce e Torino, tra l’altro i due match in cui il Bologna ha fatto maggiore fatica e prodotto meno. Coincidenze? Io non credo. Vien da sé pensare che se in questo periodo senza lo svizzero gli emiliani non dovessero perdere la bussola, parlare di Champions League sarebbe quasi un dovere.

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