Ex Cagliari, Jankto sull’addio al calcio: «L’infortunio non mi ha consentito di andare avanti. Ranieri? Dico questo» | OneFootball

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·8. Oktober 2025

Ex Cagliari, Jankto sull’addio al calcio: «L’infortunio non mi ha consentito di andare avanti. Ranieri? Dico questo»

Artikelbild:Ex Cagliari, Jankto sull’addio al calcio: «L’infortunio non mi ha consentito di andare avanti. Ranieri? Dico questo»

Ex Cagliari, Jakub Jankto si è raccontato in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” trattando diversi temi: le sue dichiarazioni

Jakub Jankto, 29 anni, ha dato l’addio al calcio l’estate scorsa a causa di un infortunio ai legamenti della caviglia sinistra. Il Corriere della Sera lo ha incontrato per scoprire la sua nuovavita, dopo che in Italia ha giocato con Udinese, Ascoli, Sampdoria e Cagliari. Vi riportiamo di seguito alcuni estratti delle sue dichiarazioni:

LINGUE – «Sto studiando italiano e spagnolo per prendere il certificato di lingua straniera, quando giocavo non ci pensavo, per me esisteva solo il calcio».


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LA SUA NUOVA VITA – «La mia occupazione principale è curare gli investimenti immobiliari che ho fatto in questi anni e poi alleno oltre ottanta ragazzini in due società diverse, nel Dukla Praga e nel Cafc Praga, che è un’accademia dello Slavia, la squadra dove sono cresciuto prima di arrivare molto giovane in Italia, all’Udinese».

L’ADDIO AL CALCIO – «Mi sono fatto male contro il Genoa, il primo anno con Ranieri. Poi le ho tentate tutte per stare meglio: mi sentivo anche pronto a giocare con il dolore, ma mister Nicola non mi ha fatto entrare in campo neanche un minuto e allora ho pensato che non valeva la pena andare avanti con questa lesione di terzo grado ai legamenti della caviglia sinistra, che non si può operare. Anche quando alleno i bambini o semplicemente cammino, mi fa male».

RANIERI DISSE CHE LUI ERA FORTE DENTRO – «Quando il tuo allenatore dice una cosa così ti dà un bell’aiuto. Aveva ragione: dal coming out erano passati due anni e dentro di me avevo una forza nuova. E ai tifosi interessava soprattutto quello che avrei fatto in campo».

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