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·7. November 2025
Fedele al Calcio – Vola come una farfalla, pungi come un’ape: Frosinone, è sbocciato Ghedjemis

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Il bello, nel calcio attuale, spesso sgomita e fa a cazzotti con le esigenze del collettivo. La classe, nella sua narrazione che ha riempito la letteratura di questo sport, è stata sacrificata all’altare della funzionalità, creando in maniera decisamente miope una rigida separazione tra due concetti che, invece, possono senza alcun timore mescolarsi.
Ricercare una giocata che sia efficace ma, al contempo, accurata, elegante, a suo modo scenica, è dunque diventato un tentativo di cavare uno specifico ciuffo dal pagliaio. Detto ciò, in questo filone contraddistinto dal grigiore è ancora possibile distillare rare eccezione. Una di queste risiede nel mancino e nella mente di Farès Ghedjemis.
Il calcio del numero sette del Frosinone contiene e dispiega una miscela di raffinatezza maghrebina (il classe 2002 ha origini algerine) e impatto francese. Custode di una peculiarità oramai eccezionale più che ordinaria, ovvero la ricerca del dribbling, della giocata di qualità, di quella declinazione di leadership che risiede unicamente nel talento e non nel linguaggio, Ghedjemis – dopo un fisiologico periodo di adattamento nella scorsa, complicata, stagione – sta disseminando rose in Serie B.
L’esterno offensivo dei Ciociari, messo nettamente al centro del progetto da Massimiliano Alvini, è indiscutibilmente uno dei profili più importanti della categoria. Cruciale per i gialloblu (di cui è capocannoniere e primo per varie statistiche: tiri ogni novanta minuti; big chances created, ovvero le occasioni in cui un compagno viene messo in condizioni concrete di segnare; expected assist, gli assist attesi; dribbling riusciti ogni novanta minuti), Ghedjemis sta certificando il possesso di tutte le condizioni necessarie per eccellere: talento, mentalità, condivisone di intenti con allenatore e compagni.
È inevitabile menzionare, in questo processo, l’impatto proprio di Alvini, che a detta del ragazzo “mi dà molta libertà in campo, c’è fiducia reciproca. Cerca sempre di tirare fuori il meglio da ogni giocatore, trasmette tanta voglia di vincere e dà molta energia”. La connessione tra i due è forte, tangibile, concreta, perché – interpretazione del sottoscritto – entrambi sono alimentati da desideri fiammanti: di brillare, il calciatore; di snocciolare smentite agli stolti, il tecnico.
La falcata alla Mahrez, sua prima fonte di ispirazione (oggi in compagnia, su ammissione del diretto interessato, di Dembélé, Vinicius Junior e Leão), è un altro tratto distintivo, e alimenta proprio quella ricerca del bello di cui si è detto in apertura. L’elemento stilistico che viene amplificato da quello tattico, in una tambureggiante sensazione di pericolosità in campo. Ghedjemis (che, nota a margine, è l’ennesima dimostrazione delle sconfinate abilità di Guido Angelozzi, in grado di pescarlo dalla terza divisione francese) è definitivamente sbocciato: a lui il compito di continuare così, a noi il piacere di godere delle sue prestazioni.









































