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·4. Dezember 2025
⚫️🔵 Gazzetta – Dal pupillo Cocchi a Bovo e Spinaccè: Chivu sta lanciando i talenti dell’Inter

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I talenti dell’Inter, scrive La Gazzetta dello Sport, stanno cominciando a mettersi in mostra: “Matteo Spinaccè dovrà offrire una cena a un pugno di amici fedeli. Alcuni lo aspettavano a Fontanafredda, in provincia di Pordenone, dove la sua Under 23 ha perso 1-0 contro la Dolomiti Bellunesi. Sugli spalti c’era uno striscione tutto per lui con su scritto: “Fontanafredda saluta il nostro Matteo”. Solo che Spinaccè era a San Siro con Chivu, pronto a debuttare contro il Venezia in Coppa Italia dopo aver segnato 4 gol in C agli ordini di Vecchi. In campo con lui anche Matteo Cocchi – che aveva già esordito tra i grandi l’anno scorso, contro il Feyenoord – e Leonardo Bovo, anche lui al debutto.
Chivu li conosce tutti. Spinaccé ha giocato 36 partite sotto la sua ala nelle giovanili, Cocchi 34, Bovo 26. Al primo e all’ultimo, una punta e un mediano, ha regalato l’esordio tra i grandi facendoli giocare nell’ultima decina di minuti. Anni fa li portava a giocare a paintball per fare gruppo. Durante le partitelle si divertiva con loro. Li rimproverava quand’era giusto farlo e li abbracciava per dargli fiducia, come fa adesso con Lautaro. Spinaccè, friulano, 19 anni, all’Inter dal 2020, è stato una delle sue prime punte. Gli aveva regalato minuti anche a Bengasi, in Libia, nel testo contro l’Atletico. L’Inter l’ha blindato fino al 2029 sperando possa ritrovarsi tra le mani un nuovo Esposito. “Anche se io mi rivedo in Thuram”, ha detto nel post partita. Matteo, nato tre giorni dopo la finale del Mondiale 2006, è un 9,5 con licenza di essere jolly. Ama giocare tra le linee e non solo di sponda. Quest’anno ha servito due assist e segnato 4 gol in 13 partite. La strada è ancora lunga. Stesso discorso per Bovo, vent’anni, 11 presenze stagionali. Nel mezzo anche un infortunio alla caviglia: “Esordire a San Siro è qualcosa che ti rimane – ha ribadito nel post -, voglio continuare così. Mi ispiro a Calhanoglu”.
Cocchi è un pupillo di Chivu da diversi anni. Blindato anche lui con un contratto lungo (2030), ha segnato un gol in 10 partite in C. Lui e Leonardo Bovo vivevano insieme. Cresciuto a Molinella, un paese vicino Bologna, da piccolo andava con suo nonno a vedere le partite. Chi lo conosce lo descrive con un tipo tranquillo, con la testa sulle spalle, per nulla condizionato dalla nomea di “nuovo Dimarco” che aleggia sopra di lui. “Ieri notte ho dormito, il mister non mi aveva detto nulla per lasciarmi tranquillo. Lavoro ogni giorno per migliorare”, ha detto. Sul braccio destro ci sono una serie di tatuaggi. La chiave di volta per aprire il suo mondo: una rosa, i suoi due cani, il numero 3, un faro. La luce l’ha portato a giocare la sua seconda gara tra i grandi a San Siro. Dopo il Feyenoord aveva mandato un messaggio a Chivu. Il destino li ha riuniti”.









































