Calcionews24
·28. November 2025
Klinsmann difende l’Inter: «Squadra viva e moderna, Chivu sta costruendo qualcosa di grande. Tutto si riduce a una questione di testa. Difesa a zona? Ha ragione Aldo»

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Jurgen Klinsmann, ex attaccante tedesco e indimenticato campione dell’Inter negli anni ’90, su La Gazzetta dello Sport commenta dalla California il momento difficile dei nerazzurri, mantenendo un ottimismo incrollabile per il futuro della squadra di Chivu.
LE SCONFITTE CONSECUTIVE – «Il derby l’ho visto per intero, la partita di Madrid l’ho recuperata dopo, perché commentavo su Espn Arsenal-Bayern e Psg-Tottenham. Mi pare che, risultati a parte, la squadra ci sia, in tutto e per tutto. Che abbia le idee chiare su come voglia attaccare con molti uomini. Quella contro l’Atletico non è stata una partita poi tanto diversa da quella con il Milan: l’Inter gioca quasi sempre meglio dell’avversario, crea occasioni, le spreca, ma prende gol alla prima ripartenza o, ancora peggio, su palla inattiva».
È SOLO UN CASO – «Siamo sempre lì, tutto si riduce a una questione di testa e ora è il momento di reagire. Non è un problema di qualità di giocatori, allenamento, tattica: io riporto tutto a piccoli dettagli mentali. In certi momenti, soprattutto sui calci piazzati, devi essere abbastanza aggressivo e concentrato: se sul più bello ti distrai, perdi partite come al Metropolitano».
SERENA E LA DIFESA A ZONA – «Ha ragione Aldo: la difesa a zona “invita” un po’ l’attaccante, che arriva da dietro e sorprende il rivale, ma non può essere l’unica spiegazione del gol. Anche qui il problema è sempre più di mentalità che di sistema: se difendi a zona ma i tuoi difensori si muovono, anticipano, attaccano la palla, guardano l’uomo all’interno del loro spazio, puoi comunque fare un ottimo lavoro».
IL GIOCO DI CHIVU – «Vedo una squadra molto più aggressiva, proattiva, in una parola… moderna. Con questo pressing devi essere lesto a leggere prima le singole situazioni. È vero che puoi rischiare, come sta succedendo adesso, ma l’Inter è dentro a un processo di trasformazione: il tecnico sta piantando nella testa dei giocatori la convinzione che possono controllare le partite giocando così. L’equilibrio lo trovi col tempo».
COME VEDE IL MISTER – «Molto positivamente. Sta costruendo qualcosa di grande, ma non va valutato dalle sconfitte, anche se cinque possono sembrare tante. La classifica di Serie A dice che la vetta è vicina, quella di Champions che si può arrivare serenamente tra le prime otto. A me piace come è diretto: non vuole compiacere, dice ciò che pensa».
L’ITALIA È PRONTA PER QUESTO CALCIO – «La sua non è assenza di grinta, ma lucidità. I giocatori devono prendersi responsabilità quando sbagliano. Chivu va oltre la cultura italiana del giocare per non perdere: punta a vincere e resta propositivo. E non ha paura dei giovani: Lennart Karl, il 17enne del Bayern che ha segnato all’Arsenal, in Italia sarebbe già in prestito».
PIO ESPOSITO E L’ERRORE DI MADRID – «Fatelo sbagliare, ma soprattutto fatelo giocare. È evidente il talento che ha. Questo è il momento in cui non deve essere frenato. Bene che Chivu continui a dargli spazio, anche se c’è concorrenza, da Lautaro in giù».
LAUTARO A CORRENTE ALTERNATA – «So bene cosa si prova quando dai tutto e la palla non entra. È successo nel derby e in Champions. Può uscire arrabbiato, ma “problema” e “Lautaro” non possono stare nella stessa frase. Si deve ripartire da lui, poi ci penseranno Thuram, ma anche Bonny e Pio a togliergli peso».
BISSECK E IL MONDIALE – «Lo spero. Ha tutto per giocare in nazionale e da titolare nell’Inter. E ora che manca Dumfries, perché non usarlo anche da esterno? Con quella corsa, che problemi può avere?».









































