Lippi: «Gattuso mi somiglia. Quando è diventato ct gli ho detto ‘C… tuoi’» | OneFootball

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·7. September 2025

Lippi: «Gattuso mi somiglia. Quando è diventato ct gli ho detto ‘C… tuoi’»

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Lippi: «Gattuso mi somiglia. Quando è diventato ct gli ho detto ‘C… tuoi’». Le dichiarazioni dell’ex commissario tecnico della Nazionale

Un legame forgiato nel trionfo di Berlino e mai più sciolto. Il rapporto tra Marcello Lippi e Gennaro Gattuso va oltre quello tra un maestro e il suo allievo; è un filo diretto che unisce due modi di intendere il calcio e la vita, oggi più vivo che mai con Rino sulla panchina che fu del suo mentore. La scena iconica della finale del 2006 vinta dall’Italia, con Gattuso che corre, strattona e tira i capelli a un Lippi festante, è l’emblema di questo legame viscerale.

Lo stesso Lippi non ha mai nascosto di vedere in Gattuso il suo erede più autentico, confermandolo anche di recente: «Rino è l’allenatore in cui mi rivedo maggiormente. […] Sì, Rino mi somiglia: e speriamo che abbia la mia stessa fortuna…». Un’investitura che si è completata con la telefonata di benvenuto dopo la nomina a CT: «Adesso sei ct, ma lo sai che cosa significa, no? C… Tuoi».


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Le somiglianze tra i due sono emerse fin dal primo giorno di Gattuso a Coverciano, in un’atmosfera che sembrava un’eco di quella del 16 agosto 2004, la “prima” di Lippi. Se allora il tecnico di Viareggio esordì con parole che oggi mettono i brividi – «Dal primo minuto di questo primo allenamento dovete pensare che noi siamo qui per vincere il Mondiale del 2006» – Gattuso, pur non potendo fissare un orizzonte così lontano, ne ha ricalcato i modi e l’atteggiamento. Dalle esercitazioni, con il torello e le partitelle intense, al contatto quasi fisico con i giocatori, quella “svegliata” di cui ha parlato Bastoni.

Anche il destino sembra voler sottolineare questo parallelismo, mettendo la Norvegia sul cammino di entrambi come primo avversario casalingo. Ma è nella filosofia di gioco che la somiglianza diventa più profonda. A Lippi piaceva attaccare, arrivando a schierare un devastante e improvvisato 4-2-4 nella semifinale mondiale di Dortmund contro la Germania. Non è un caso che anche Gattuso abbia esordito con un modulo simile contro l’Estonia. Certo, l’avversario era diverso, ma la mentalità è la stessa. Per il nuovo CT, da qui alla sfida decisiva proprio contro la Norvegia, ogni partita sarà come quella di Dortmund: una semifinale da vincere a tutti i costi. Ogni match vale un pezzo di Mondiale.

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