Mancini: “Il cambio di ruolo mi ha responsabilizzato. Poterci giocare la Champions è qualcosa di unico” | OneFootball

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·18. Mai 2025

Mancini: “Il cambio di ruolo mi ha responsabilizzato. Poterci giocare la Champions è qualcosa di unico”

Artikelbild:Mancini: “Il cambio di ruolo mi ha responsabilizzato. Poterci giocare la Champions è qualcosa di unico”

Dopo la vittoria contro il Milan, Gianluca Mancini interviene così in conferenza stampa sulle situazioni della partita e del futuro della Roma.

MANCINI IN CONFERENZA STAMPA

Se ti avessero detto a fine 2024 che a 90 minuti dalla fine la Roma sarebbe stata in corsa per la Champions cosa avresti pensato?


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“Vuoi la verità o una burla? A parte gli scherzi, il percorso da dopo il derby a oggi è stato qualcosa di unico. Perché 23 punti all’andata erano davvero pochi, ma noi ci siamo sempre detti di pensare partita per partita, lo giuro. Abbiamo cercato di pensare domenica per domenica, il mister è stato molto bravo a girare tanti calciatori, a farci recuperare le forze. Poi l’ultimo periodo, quando vincevi e non perdevi guardavi la classifica e dicevi ‘proviamoci’. Arrivare a 90 minuti così vicini è unico, siamo orgogliosi”.

Che valori lascia Ranieri?

“Il gruppo è stato sempre unito dall’inizio dell’anno. Sapete tutti da settembre a novembre che periodo abbiamo passato, ma il gruppo non si è mai disunito, mai una discussione, mai nervosismo, sempre uniti per fare risultato. Poi nel calcio ci vogliono tante cose per vincere le partite. Il mister ha trovato un gruppo davvero sano e unito, ci ha messo tanto tanto del suo, negli allenamenti, nel farci stare sereni. Andavamo a Trigoria col mal di stomaco prima, la vivevi male come giornata, perdevamo. Lui è arrivato e ci ha messo tranquillità e serenità. Ci sono partite in cui abbiamo perso o pareggiato come Napoli, Tottenham e Atalanta, a volte anche se perdi le prestazioni ti fanno capire che ci siamo. Quello che abbiamo fatto è unico, Ranieri lascia la famiglia che siamo, un gruppo ancora più unito”.

Sai chi sarà il nuovo allenatore?

“No, veramente, non lo so chi sia”.

Si conclude una stagione di grande continuità per te, forse la migliore. Quanto incide il cambio di posizione?

“La continuità, diciamo che mi tocco (ride, ndr). A livello disciplinare sì, sono migliorato tanto, mi riguardo in tante partite, ne prendevo tanti di gialli, ancora posso migliorare, ho quei 2-3 secondi in cui mi parte la scintilla e sbaglio. Ma ora sono più lucido. La posizione cambia, da braccetto affrontavo esterni più rapidi di me, magari passava meno ossigeno in testa e partivano i seocndi di follia. Da centrale devo ragionare di più, anche lo spostamento mi ha responsabilizzato di più”.

Al posto di Spalletti ti chiameresti in Nazionale?

“Decide Spalletti, ogni sua decisione è sacra. La Nazionale è unica per tutti, se vengo chiamato sono il primo a prendere il treno, altrimenti sono il primo a tifare. Le scelte vanno accettate nel bene e nel male”.

Il contatto con Gimenez, di nuovo scintille dopo Roma-Feyenoord.

“Il contatto con Giemenz non c’era nulla, è stata un’azione di gioco in cui l’ho tenuto un pochino, ho visto la sua reazione della gomitata sul petto. Un gesto antisportivo, normale che sia punito”.

Se dovessi individuare la forza di Ranieri?

“Non c’è un segreto, altrimenti sarebbe facile. Se le cose andavano bene non si è mai esaltato troppo. Ci ha sempre detto che avevamo la me… sopra alla testa e dovevamo respirare. Ha sempre parlato bene, si arrabbiava quando c’era da farlo, come a Como. Ha trovato l’equilibrio come un bravo padre sa fare, bastone e carota, dialogo, ha reso partecipi tutti i giocatori. Poi gli allenamenti fatti a 2000 all’ora, sempre giusti, potrei stare qui ore. Non ha responsabilizzato troppo, ci ha lasciati tranquilli, rimarcando che dovevamo sempre dare il massimo. Potevamo sbagliare gesti tecnici e gol, ma dovevamo dare sempre il massimo. Non c’è stata una cosa segreta precisa, è un insieme di cose. Lui è arrivato nel momento del bisogno, bisogna solo ringraziarlo, noi bravi a seguirlo. Ci metto anche il pubblico, ci è stato sempre vicino, sempre con la spinta in più. Quando è tutto insieme è veramente tosta batterci. Contenti di aver vinto l’ultima casa, in vediamo l’anno prossimo all’Olimpico”.

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