Juventusnews24
·10. November 2025
Marocchino individua il peccato originale. C’entra capitan Locatelli: «La Juve non potrà mai crescere davvero»

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L’ex centrocampista Domenico Marocchino, intervenuto durante la trasmissione Cose di Calcio su Radio Bianconera, ha analizzato il momento della Juventus. L’opinionista si è soffermato su alcune scelte tecniche e strutturali che, a suo parere, hanno frenato la crescita del club negli ultimi anni, individuando un “peccato originale” nella costruzione della squadra.
Marocchino ha iniziato con una riflessione sul settore giovanile. Secondo l’ex giocatore, bisognerebbe fare una riflessione molto lunga sui tanti talenti della Juventus Next Gen che, dopo essere cresciuti a Torino, vengono mandati a fare i titolari in giro per l’Europa. Un apparente controsenso per un club che cerca di costruire un futuro sostenibile.
In questo contesto si inserisce il lavoro del nuovo tecnico. Luciano Spalletti, ha spiegato Marocchino, è arrivato proprio con l’obiettivo di valorizzare i calciatori, facendoli crescere sia come singoli che come collettivo.
L’opinionista ha poi commentato una delle mosse tattiche più discusse di questo avvio di gestione: la nuova collocazione di Teun Koopmeiners, arretrato sulla linea dei difensori nelle ultime gare. Spalletti sta cercando di sfruttarlo al meglio, ma Marocchino si è mostrato scettico. Sarebbe stato più interessante vederlo rendere nella posizione che ricopriva all’Atalanta.
Il punto, secondo l’ex giocatore, è che man mano che arretri il raggio d’azione, i compiti diventano più semplici, ma anche meno spettacolari. In generale, la Juve attuale dà l’impressione di essere sempre in affanno, un affanno visibile sia in fase di possesso che in quella di non possesso.
Ma il cuore dell’analisi di Domenico Marocchino si è concentrato su quello che, a suo dire, è il vero nodo tattico irrisolto della squadra. Il peccato originale della Juventus è la posizione di Locatelli.
L’ex centrocampista ha le idee molto chiare sulla costruzione della mediana bianconera. Secondo la sua visione, la Juventus non potrà mai crescere davvero fino a quando non verranno fatte due mosse. La prima è riportare Manuel Locatelli nel ruolo di mezz’ala, la sua posizione naturale.
La seconda, consequenziale, è trovare un giocatore adatto a occupare la posizione che ricopre adesso l’ex Sassuolo, ovvero quella di regista puro davanti alla difesa. Finché questo equilibrio non verrà ristabilito, la squadra continuerà a faticare nella costruzione del gioco e a mostrarsi in affanno, vanificando in parte il lavoro di valorizzazione tentato da Luciano Spalletti.
PAROLE – «Bisognerebbe fare una riflessione molto lunga sui tanti giocatori della Juventus cresciuti nella Next Gen e poi mandati a fare i titolari in giro per l’Europa. Spalletti è arrivato con l’obiettivo di valorizzare i calciatori, farli crescere sia come singoli che come collettivo. Spalletti sta cercando di sfruttarlo al meglio, ma sarebbe stato più interessante vederlo rendere nella posizione che ricopriva all’Atalanta. Man mano che arretri il raggio d’azione, i compiti diventano più semplici, ma anche meno spettacolari. In generale, la Juve dà l’impressione di essere sempre in affanno, sia in fase di possesso che in quella di non possesso. Il peccato originale della Juventus è la posizione di Locatelli. Finché non verrà riportato nel ruolo di mezz’ala e non si troverà un giocatore adatto a occupare la posizione che ricopre adesso, la Juve non potrà mai crescere davvero».









































