Calcio e Finanza
·5. November 2025
Milan, svalutazioni per 11 milioni su San Donato: resta l'ipotesi arena da 18mila posti

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·5. November 2025

La giornata odierna è stata quella decisiva per lo storico rogito che ha consegnato lo stadio Giuseppe Meazza e le sue aree circostanti a Inter e Milan, rendendo così l’impianto di proprietà dei due club milanesi. Si tratta di un passaggio chiave nel percorso che, sulla carta, dovrebbe portare le due società a realizzare una nuova “casa” nei prossimi anni.
Fronte Milan, il piano per il nuovo San Siro ha inciso inevitabilmente su un altro progetto: la realizzazione di uno stadio rossonero a San Donato Milanese. RedBird – il fondo di Gerry Cardinale, proprietario del club – ha investito 55 milioni di euro finora per battere questa strada, prima che la svolta sul Meazza portasse alla sospensione dell’Accordo di Programma siglato con il Comune a sud di Milano.
Nonostante il percorso verso il nuovo stadio sia tornato ad avere San Siro come fulcro, secondo quanto emerge dal fascicolo di bilancio del Milan – consultato da Calcio e Finanza –, il club rossonero non ha abbandonato i piani di sviluppo dell’area San Francesco a San Donato, terreni dei quali il Milan è proprietario tramite la controllata SportLifeCity.
Come si legge nel documento, «alla luce della decisione di presentare, congiuntamente con FC Internazionale, una proposta di acquisto dei terreni di San Siro, dove realizzare il futuro stadio della prima squadra, gli Amministratori hanno rivisto i piani con riferimento allo sviluppo immobiliare dell’Area del Comune di San Donato Milanese».
«Venuti meno i presupposti originari dell’investimento (la costruzione di un nuovo stadio, ndr), gli Amministratori stanno valutando diverse ipotesi ivi inclusa la realizzazione di un’arena sportiva, di dimensioni più ridotte rispetto all’originario stadio (circa 18.000 posti contro gli oltre 70.000 previsti dallo stadio), che, grazie ad eventi sportivi e di altro genere, possa remunerare in modo soddisfacente gli investimenti effettuati», si legge ancora. Si tratta di una delle ipotesi, dal momento in cui nel recente passato è emersa anche la possibilità di uno spostamento nell’area del settore giovanile rossonero e di un polo per il calcio femminile.
Va comunque segnalato che il «P.I.I. del 2021 è stato recentemente annullato dal TAR Lombardia (sentenza 2979 del 24 settembre 2025, vedi paragrafo successivo), per asserita insufficienza delle aree a standard destinate a verde, ma contro la decisione è possibile proporre ricorso al Consiglio di Stato, che la società sta valutando alla luce dei pareri legali richiesti. E’ altresì possibile e legittimo concordare con il Comune una soluzione extragiudiziaria, quale la modifica del P.I.I. secondo le indicazioni del TAR oppure una nuova riprogettazione dell’Area. Una volta completato l’iter amministrativo, la convenzione che venisse sottoscritta con il Comune ha un orizzonte di dieci anni per la realizzazione delle opere, con la possibilità, ove di interesse, di eventualmente cedere a terzi i diritti edificatori previsti dalla convenzione».
Sul tema, poi, è intervenuto così il presidente del Milan Paolo Scaroni: «La nostra iniziativa su San Donato ha giocato anche un ruolo per accelerare su San Siro. Il fatto che il Milan avesse una alternativa su cui credeva tanto da investire 40 milioni, è stato un po’ un campanello d’allarme anche per il Comune di Milano. Parlando del bicchiere mezzo pieno, ha giocato un ruolo positivo. Noi siamo andati molto avanti sul progetto San Donato, andando avanti siamo arrivati alla determinazione che uno stadio nuovo, moderno, a livello europeo fatto solo dal Milan faceva fatica a trovare una giustificazione economica. Era un po’ al limite e questo ci ha fatto riflettere. Non avessimo avuto successo su San Siro saremmo andati avanti lo stesso», le sue parole durante il media briefing del club rossonero dopo l’assemblea degli azionsti.
«Ci sarebbe piaciuto avere uno stadio nostro, ma abbiamo vissuto insieme all’Inter per tanti anni e le cose sono sempre andate molto bene. Questa convivenza è stata di successo, perché da un punto di vista organizzativo al di là della rivalità noi siamo due club molto simili. Lo stadio che va bene a noi va bene anche a loro e viceversa, questo rende la convivenza relativamente facile. Tanto è vero che ce l’abbiamo da 70 anni e non abbiamo mai avuto problemi», ha concluso Scaroni.
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