Lazionews24
·21. Dezember 2025
Moviola Lazio Cremonese, Rocchi analizza gli episodi: «Non esiste la perfezione. Su Terracciano va cercato il tocco di mano, Pezzella? Trattenuta casuale. Protocollo rigido»

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Intervenuto ai microfoni di Rai 2, Gianluca Rocchi, designatore degli arbitri di Serie A e Serie B, ha fatto chiarezza sugli episodi arbitrali che hanno fatto discutere nelle gare della Lazio contro Parma e Cremonese. Al centro dell’analisi il ruolo del VAR, le aspettative cresciute negli anni e la complessità di raggiungere una vera uniformità di giudizio.
IL VAR E LE ASPETTATIVE – «Il VAR è diventato un portatore di giustizia enorme nel calcio, ma oggi le aspettative sono molto più alte. La preoccupazione è quando sento parlare di VAR come se fosse la perfezione: noi non siamo perfetti e non lo saremo mai. Su 100 errori che avremmo fatto prima del VAR, oggi sono 85/90. Abuso del VAR? No, ma ci sono degli errori».
TERRACCIANO-NOSLIN E L’UNIFORMITÀ – «Si tratta di cercare il tocco di mano: quello inferiore non è punibile. Capisco quello che dice Pellegrini, ma l’uniformità è molto difficile, se non impossibile, perché arbitri e VAR sono persone con sensibilità diverse. Cerchiamo coerenza, ma restando decisioni soggettive possono esserci discrepanze».
PEZZELLA-GUENDOUZI E IL FUORIGIOCO DA RIMESSA – «Su un’azione promettente, se c’è vantaggio, non si ammonisce. La trattenuta ai capelli mi sembra casuale: se fosse volontaria sarebbe espulsione. Il fuorigioco da rimessa è un errore, una svista, ma purtroppo capita».
ESPULSIONI E LINEA DI SEVERITÀ – «Non si può evitare un’espulsione perché c’è già inferiorità numerica. Si può valutare se non sia comportamento violento. Su interventi come quello di Zaccagni chiediamo massima severità: quando si perde il possesso diventano pericolosi».
PROTOCOLLO VAR – «È rigido ed è uguale a sette anni fa. La decisione finale spetta all’arbitro centrale, non al VAR. Possiamo mandare al monitor, ma l’arbitro può confermare la propria scelta».









































