Calcio e Finanza
·31. Dezember 2025
Sassuolo, Carnevali: «Vogliamo la seconda squadra. Gravina non è il male del calcio»

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Il Sassuolo, da neopromossa, sta disputando un’ottima prima parte di campionato che può proiettare la squadra di Fabio Grosso verso una salvezza più tranquilla. Il tutto raggiungendo risultati rilevanti, come i recenti pareggi a Milano con il Milan e a Bologna, scoprendo nel mezzo sorprese come Koné a centrocampo, a segno proprio contro i rossoneri.
Un 2025 ottimo per i neroverdi in cui va considerata la promozione in Serie A ottenuta conquistando il campionato di B con una lunga cavalcata, grazie alla decisione della società di confermare la maggior parte del blocco dei calciatori retrocessi la stagione prima e la forza della proprietà Squinzi che lo ha permesso: «Do un bel 9 a questo 2025 che sta per concludersi», ammette con fierezza l’amministratore delegato dei neroverdi Giovanni Carnevali in un’intervista a Tuttosport.
«In questo anno che sta per concludersi – continua Carnevali – bisogna ricordarsi il percorso fatto in Serie B, che è stato fantastico, ma anche per il buonissimo ritorno nella massima serie. Abbiamo cambiato tanti giocatori, ci sono tanti nuovi, ma siamo messi bene: siamo molto soddisfatti, in misura maggiore rispetto alla classifica e ai punti». E fra i nuovi arrivi c’è anche un calciatore esperto come Nemanja Matic: «È il campione più forte che abbiamo mai avuto, lo volevamo già prima che andasse alla Roma. Ci abbiamo messo un’ora a mettere tutto nero su bianco. Grosso, quando gliel’abbiamo proposto, ci ha detto: “Magari”. Conoscevamo il suo spessore tecnico e umano».
La Serie B è arrivata al termine di 11 stagioni consecutive in A: «Eravamo finiti in una bolla. Non avevamo una squadra da retrocessione, ma dentro quella bolla non riuscivamo a venirne fuori, nemmeno con la scelta di Ballardini. Ma dal giorno in cui siamo finiti in B siamo usciti da quella bolla: abbiamo scelto Grosso e poi i giocatori da trattenere, senza doverci ridimensionare. Abbiamo riscoperto il calcio del territorio, non so se ci abbia fatto bene o male. Paragone con De Zerbi? Grosso è un allenatore da grande squadra, ha personalità simile a De Zerbi. Entrambi vogliono fare qualcosa di diverso nel calcio e stimolano anche le società a crescere. Futuro? Dipende anche dalle chiamate che arriveranno per Grosso, noi cerchiamo di valorizzare le persone da sempre. Nessuno mi ha ancora chiesto di lui, ma a chi lo dovesse fare direi che è da grande club. Senza mentire. Lui tra gli allenatori giovani è uno dei più bravi in assoluto, ma è un tipo riservato. Non è da pubbliche relazioni: per me è un pregio».
Gli ultimi due calciatori lanciati dal Sassuolo sono Davide Frattesi e Giacomo Raspadori, al centro delle voci di questi giorni in ottica mercato: «Frattesi e Raspadori sono due giocatori che amo, se fossi in un grande club li prenderei sempre. Frattesi è richiesto dalla Juve e può giocare in qualsiasi squadra, anche per le caratteristiche che ha. La Juve lo voleva quando è andato all’Inter, così come il Napoli. L’Inter è stata solo più determinata e ha fatto la differenza la volontà del ragazzo. Raspadori alla Roma? Lo prenderei, senza dubbio. Non so solo quanto l’Atletico Madrid sia disposto a lasciarlo andare facilmente. Non penso sia così semplice. Per quanto riguarda Frattesi, all’Inter ci sono tanti campioni, ma penso che Frattesi abbia sempre fatto bene. Se lui gioca, può emergere. Se viene qui al Sassuolo noi lo riprendiamo subito (ride, ndr)».
Ma non mancano i pezzi pregiati in casa Sassuolo come il difensore Tarik Muharemovic, in gol proprio nel pareggio del Dall’Ara: «Muharemovic non lo dobbiamo vendere per forza. Vogliamo valorizzarlo. Avevo già venduto Locatelli all’Arsenal, ma preferiva la Juventus e abbiamo scelto di accontentarlo rinunciando a qualche soldo in più. Per noi Tarik non ha un prezzo oggi, perché molto dipende da chi ce lo chiede. Ha un grande potenziale, è normale che se arriva un grande club lo ascoltiamo. Poi, però, dobbiamo trovare anche un sostituto. Qualche approccio lo abbiamo già avuto. Non con il Bournemouth, con l’Inter sì, ma non ci sono richieste ufficiali. Pure il Bologna l’altra sera mi ha chiesto di Muharemovic. Il 50% sulla rivendita che spetta alla Juve? Penso al nostro di mercato, non certo agli incastri della Juve. Magari Muharemovic può interessare pure alla Juve stessa, chissà».
Muharemovic che arriva dalla seconda squadra della Juve, un progetto che ha iniziato a convincere anche altre società come Atalanta, Milan e Inter: «La seconda squadra dovrebbe essere quasi obbligatoria. Devono avere utilità per la prima squadra, ma anche per il sistema Italia. Certo, va studiato un modo per non perdere la territorialità del calcio in Italia, perché è l’anima dell’intero movimento. Ma i club devono valorizzare i giovani. Noi ci abbiamo provato due anni fa, ma il Milan ci ha pensato poco prima di noi e non abbiamo avuto spazio. Un Sassuolo B? Ci riproveremo, purché non si vada troppo per le lunghe. Ma il tema è più ampio: poche realtà in Italia investono sul settore giovanile. In pochi ci credono. Io piuttosto rinuncio a qualcosa per la prima squadra pur di dare più budget al vivaio. E poi le strutture. In Italia, però, manca meritocrazia: club come il nostro andrebbero premiati o incentivati per i giovani che riescono a valorizzare anno dopo anno».
«Anche le nuove normative non ci aiutano – ha continuato Carnevali –. Non è possibile che un ragazzo che entra nella scuola calcio a 6 anni poi a 14 se ne possa andare in un altro club senza che chi perde il giocatore non riceva un indennizzo. In alcuni casi sono normative europee. Si fa poco per migliorare il prodotto. Noi dirigenti dobbiamo avere una visione più globale. Non possiamo più pensare al nostro orticello. Senza questo approccio, resterà tutto fermo».
L’Italia ai Mondiali e la posizione del presidente FIGC Gabriele Gravina: «Mi auguro di cuore che la Nazionale ce la faccia, ma non è facile, in Europa il livello si è alzato tanto anche in federazioni minori. Non penso che Gravina sia il problema del nostro calcio. Per me non è un tema legato ai vertici, ora non ci dobbiamo nemmeno pensare. Ora dobbiamo andare al Mondiale, punto. Abbiamo vinto gli Europei anche grazie ad un giocatore del Sassuolo».
Quel Domenico Berardi che è ormai da anni una bandiera del Sassuolo: «Domenico è tutto. È un simbolo, un campione, una bandiera. Dobbiamo solo dirgli grazie. Qui sta bene, proprio come me: sono 13 anni che sono al Sassuolo, ma questa è la mia grande società. Non ho bisogno di una big, qui ho già tutto. Ce lo teniamo stretto, anche in Serie B è stato determinante. La Juve due anni fa ci ha provato, lui ci sarebbe andato. Ma la Juve non diede il valore giusto al giocatore, per cui è stato semplice trattenerlo».
Come dimostrato in questi anni dal Sassuolo arrivano alcuni dei migliori giovani talenti del panorama nazionale e Carnevali ha le idee chiare su quale potrebbe essere il prossimo: «Lipani, che è un 2005: è giovane, è fortissimo, immagino un futuro simile a Locatelli. Ora trova meno spazio, ma ha una prospettiva importantissima. Muric? Non è una rivelazione per noi. Abbiamo pure Koné e Volpato, che ha possibilità notevoli. Abbiamo tanti giovani forti».
Un’ultima battuta su Frattesi, Locatelli e De Zerbi: «Con Frattesi e Locatelli ancora un po’ con noi avremmo potuto creare una squadra veramente grande. Riguardo a De Zerbi mi sono davvero meravigliato del fatto che in Italia nessuno abbia pensato a lui quest’estate. Beato chi lo prenderà, prima o poi».









































