Calcio e Finanza
·30. Dezember 2025
Scaroni lascia Enel? Al via il totonomine delle partecipate di Stato

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·30. Dezember 2025

Archiviata la manovra, prende forma la stagione delle nomine. Come riportato da La Stampa, entro la primavera del 2026 l’esecutivo sarà chiamato a indicare 112 componenti dei consigli di amministrazione destinati a guidare 17 società partecipate, i cui vertici andranno in scadenza nei prossimi mesi. Si tratta dell’ultima grande tornata di nomine per il governo guidato da Giorgia Meloni prima delle elezioni politiche del 2027.
All’orizzonte si delinea uno scenario caratterizzato da molte conferme per gli amministratori delegati e da avvicendamenti più frequenti alla presidenza. Un mosaico di incastri che verrà definito sulla base degli equilibri politici, con la presidente del Consiglio a coordinare le scelte insieme a Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano, chiamati anche a mediare tra le posizioni di Salvini e Giorgetti, da un lato, e quelle di Tajani, dall’altro. Sullo sfondo resta inoltre il dossier del risiko bancario, destinato a produrre nuovi cambiamenti ai vertici del settore creditizio e assicurativo, a partire da Monte dei Paschi di Siena.
Tra i gruppi di maggiori dimensioni, Leonardo dovrà rinnovare 12 consiglieri. La posizione dell’amministratore delegato Roberto Cingolani appare solida: la riconferma è considerata probabile grazie a risultati giudicati positivi e a un rapporto di fiducia consolidato con la presidente del Consiglio e con il ministro della Difesa Guido Crosetto. Diverso il destino del presidente Stefano Pontecorvo, indicato come prossimo all’uscita.
Uno schema simile si profila anche per Eni ed Enel. In Eni, la conferma di Claudio Descalzi come AD sembra difficilmente in discussione, mentre per la presidenza l’ex generale della Guardia di finanza Giuseppe Zafarana viene dato in uscita, anche per rapporti non semplici con la Lega. In Enel, con il titolo ai massimi storici e conti considerati solidi, la permanenza dell’amministratore delegato Flavio Cattaneo appare l’opzione più prudente, mentre potrebbe cambiare il presidente Paolo Scaroni (che occupa anche la carica di presidente del Milan). Tra i nomi circolati figura Nicola Maione, attuale presidente di Mps e ritenuto vicino al Carroccio, anche se Forza Italia potrebbe rivendicare una propria candidatura.
Per Poste Italiane, l’AD Matteo Del Fante ha già manifestato la disponibilità a proseguire per un ulteriore mandato, con il via libera del governo, smentendo le indiscrezioni che lo volevano diretto verso Generali. L’esecutivo dovrà inoltre nominare i vertici di altre tre partecipate quotate: Mps, Enav e Terna. Nel dettaglio, i consiglieri da rinnovare sono 15 in Mps e 13 in Terna.
Nel bilancio consolidato di fine 2024, le 45 partecipate hanno registrato ricavi complessivi per 312,2 miliardi di euro, utili per 16,3 miliardi e debiti finanziari pari a 230,1 miliardi, in aumento di 13 miliardi (+6%). Gli occupati hanno raggiunto 520.487 unità, superando per la prima volta la soglia del mezzo milione. Nel solo 2025, le 12 principali partecipate hanno versato allo Stato 3,3 miliardi di euro di dividendi, 1,3 miliardi in più rispetto alle stime iniziali, contribuendo alla riduzione del rapporto debito/PIL.









































