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·22. Dezember 2025
❗️ Serie B, il presidente Bedin: “Cambiare il numero di squadre? Se serve per la sostenibilità, dovremo farlo”

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·22. Dezember 2025

Il presidente della Lega B Paolo Bedin ha fatto il punto sul presente e sul futuro della Serie B in un’intervista a Italpress riportata da TMW.
“È stato un anno intenso, un anno di lavoro, un anno di analisi, sicuramente un anno di progettualità, di dialogo politico con i club, di rapporti con le istituzioni sportive. Ricco di impegni istituzionali, ma anche associativi con molte assemblee e consigli direttivi per aggiornare i club sul lavoro svolto, un anno anche utile per riorganizzare in maniera più efficiente la struttura di Lega.
Gli addetti ai lavori e quindi le istituzioni, la Lega e le società sportive, sono già da qualche anno ben consci che la sostenibilità economico-finanziaria è il tema più importante, perché i numeri sono chiari e la situazione è preoccupante. Dobbiamo essere bravi a trasferire il concetto ai fan, a far capire ai circa 8 milioni di tifosi della Serie Bkt che c’è bisogno di sostenibilità per dare continuità ai loro club, alle loro passioni, alle loro fedi sportive. Come dirigenti abbiamo la responsabilità di concentrarci su questo tema, perché questo sarà determinante per costruire il futuro del calcio italiano.
Il focus non è la riduzione delle squadre, ma trovare un sistema dal vertice alla base che sia sostenibile dal punto di vista economico-finanziario. Se per arrivare a questo obiettivo bisogna mettere in discussione anche la composizione dei nostri campionati e il tema delle promozioni e delle retrocessioni, lo dobbiamo fare, con le necessarie compensazioni economiche, per il bene non tanto di una singola Lega, ma per il bene del sistema. Ovviamente all’interno di un dibattito e confronto associativo e poi con le altre componenti.
La Lega Serie B e la Lega Pro da anni hanno regole interne di redistribuzione di una parte sostanziale delle proprie risorse. Dobbiamo insistere e trovare altri parametri che motivino le nostre squadre a investire sui giovani. Il problema riguarda i flussi dei giocatori dal nostro campionato verso la Serie A e dalla Serie C alla Serie B. Dobbiamo formare i giovani, ma poi dobbiamo avere anche la possibilità che vadano a giocare nei campionati superiori.
La nostra è un’economia di rete, è un’economia di filiera, io ho usato spesso questo termine: il ruolo della B è quello di anello intermedio del professionismo. Che rappresenta uno spaccato importante del Paese, oltre 15 milioni di abitanti, 20 città, 20 province, 120 mila abbonati, 8 milioni di follower social. E la mission tecnica è molto precisa, quella di essere il laboratorio dei giovani: non solo giocatori, ma anche allenatori, arbitri e dirigenti”.









































