Juventusnews24
·3. September 2025
Trezeguet allo scoperto: «Tornerei alla Juve, e lo farebbe anche Del Piero. Vlahovic? Non sembra aver capito dove si trovi»

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David Trezeguet è stato ospite ieri sera al teatro Forma di Bari, dove è andato in scena un evento a cura dello Juventus Official fan club della città “Spirito Gobbo Bari Gianluca Vialli”, nato tre anni fa. Le parole riportate da Tuttosport.
JUVE – «La Juve è stata la mia vita: lì ho scritto la mia storia. Rimanere a Torino anche dopo la retrocessione penso abbia rappresentato il momento più importante della mia carriera. La società ci diede la possibilità di andare via, ma io non volevo. Sentivo il bisogno di ricambiare l’amore del club. Purtroppo ci hanno tolto degli scudetti nonostante ce li fossimo guadagnati sul campo. Abbiamo dimostrato di essere i più forti, la squadra più importante, eppure è andata come è andata. Il goal a cui sono più legato? Facile: quello del 5 maggio»
LIPPI – «Per distacco il tecnico che mi ha dato di più nel corso della carriera. Tra di noi era iniziata malissimo. Lui non voleva me, ma Vieri, così chiese alla società di intavolare uno scambio di cartellini. Poi per una serie di motivi i due club non sono riusciti a trovare l’accordo e sono rimasto. La prima settimana è stata all’insegna del nervosismo tra noi due. Poi un giorno venne da me e mi disse che se avessi segnato più di 30 goal gli avrei dovuto fare un regalo. In caso contrario lui lo avrebbe fatto a me. Quell’anno alla fine ne feci 38. Spero abbia ancora l’orologio che gli ho comprato…»
MOMENTO – «La Juve sta cercando in tutti i modi di tornare ad alzare dei trofei. La verità è che sono cambiate tante cose, a cominciare dai dirigenti, e penso che con il tempo il club abbia perso la sua identità. Ci sarà tanto da lavorare per ripristinarla. In questi anni in Argentina ho studiato per diventare un direttore sportivo. Sono pronto e aspetto solo che mi venga data un’opportunità. Se tornerei alla Juve? Assolutamente sì, come del resto tornerebbe Alex Del Piero. Sono contento quando vedo società che decidono di includere nella dirigenza ex calciatori che hanno scritto la storia del club»
MERCATO – «Non lo conosco, ma quel che è certo è che Comolli sarà chiamato a dimostrare di essere un vincente. Alla Juve conta solo quello. In attacco sono arrivati David, Openda e Zhegrova. Giocatori interessanti e dalla buona qualità tecnica, ma alla Juve non basta questo. Starà a loro – con l’aiuto di Tudor – farci vedere che meritano di difendere questi colori. Da Vlahovic, ad esempio, ci aspettavamo tutti di più. Forse ci siamo sbagliati: giocare alla Fiorentina non è come farlo per la Juventus. Sono passati tre anni eppure Dusan non sembra aver capito dove si trovi. Anche se a dire la verità ora mi pare più sereno: sembra quasi che si sia spogliato di quella responsabilità di cui si è sempre investito. Ora che non lo eleggiamo più come un titolare fisso, paradossalmente, ha ricominciato a segnare con continuità. Forse è questa la sua dimensione: un giocatore concreto a gara in corso»
YILDIZ – «Non sarebbe stato male giocare con Kenan Yildiz. Un ragazzo davvero interessante, semplicemente diverso. Incarna l’idea del 10 puro: quando ha la palla tra i piedi dà sempre l’impressione di poter fare qualcosa di speciale. Nella mia testa infatti lo vedo più seconda punta che ala. L’ho ammirato nelle gare del Mondiale per Club e mi ha davvero impressionato. É giovane, bisogna lasciarlo crescere»