đŸŽ™ïž Valentin Carboni: “Prestito? Non so, l’Inter e Chivu credono in me! Infortunio brutta botta” | OneFootball

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·29. Juni 2025

đŸŽ™ïž Valentin Carboni: “Prestito? Non so, l’Inter e Chivu credono in me! Infortunio brutta botta”

Artikelbild:đŸŽ™ïž Valentin Carboni: “Prestito? Non so, l’Inter e Chivu credono in me! Infortunio brutta botta”

Valentin Carboni, argentino dell’Inter di rientro da un brutto infortunio, ù pronto a giocarsi le sue carte e l’ex Monza ha parlato alla Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue parole a fcinternews.it.

“L’infortunio Ăš stata una botta durissima, riuscire a trovare spazio e segnare va oltre i desideri che avevo prima della partenza. A me bastava solo tornare a essere un calciatore. Prima dell’operazione la carriera era andata cosĂŹ in fretta che, magari, avevo fatto un po’ di fatica a gestirla, ma ora so che tutto capita per una ragione nella vita. Anche se ho sofferto tanto, in questo intervento al crociato vedo quasi del buono. Mi ha aiutato a maturare e a migliorare dove serviva: sono diventato piĂč completo come persona e come calciatore. Mi sento piĂč forte muscolarmente e nella mentalitĂ , piĂč motivato di quanto fossi prima”.


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Ripensa mai al Marsiglia? “Non posso sapere come sarebbe andata senza l’infortunio. Di certo, era una grandissima opportunitĂ  per fare il salto, anche perchĂ© De Zerbi mi voleva particolarmente, ma Ăš andata diversamente, ora riparto con entusiasmo da questo Mondiale bellissimo. Abbiamo pure giocato contro una grande d’Argentina, ma io sono interista al 100%”.

In che ruolo si sente piĂč a suo agio? “In teoria, sono un trequartista, un enganche come si dice in Argentina. Ma Ăš difficile oggi trovare squadre che giochino con uno dietro alle punte, per questo i giocatori come me si spostano spesso sulla mezzala. Forse in futuro mi vedo in questa posizione, magari con proiezione offensiva”.

All’Inter sta cambiando la politica sui giovani: sente che Ăš il momento giusto per emergere?  “È un buon momento, magari ci “vedono” di piĂč rispetto a quanto capitava prima e poi adesso c’ù Chivu, abituato a lavorare con i ragazzi e a lanciarli. Noi dobbiamo solo spingere al massimo per avere le nostre chance: se le meriteremo, arriveranno. Ma ricordandoci sempre che questa Ăš l’Inter: con tanti campioni non Ăš mai facile emergere e, a volte, Ăš necessario farsi le ossa altrove per poi tornare”.

Pensa che andrà di nuovo in prestito pure lei? “Non so, ù presto per parlarne, ora c’ù il Mondiale e poi il ritiro della prossima stagione per stare in gruppo. Qualunque sarà la soluzione, so che l’Inter crede e ha sempre creduto in me, come Chivu”.

Ricorda la prima volta in cui ha parlato con lui? “Avevo 16 anni, era gennaio: mi ha chiamato in Primavera sotto etĂ  e subito mi ha fatto esordire. Mi ha dato fiducia dal primo istante, lo ringrazierĂČ sempre. Ora che l’ho ritrovato, Ăš cambiato, in meglio: con gli anni ha fatto piĂč esperienza da tutti i punti di vista e ha un grande staff che lo aiuterĂ . A me chiede quello che chiedeva prima: vuole che giochi felice, che mi diverta e, magari, che vada piĂč al tiro”.

Cosa le dice, invece, Lautaro? “È un capitano e un esempio, con le parole e con i fatti. Era felicissimo per il mio gol, lui c’era ad Appiano mentre facevo riabilitazione. Sa quello che ho passato e cosa significhi per me essere qua”.

Cosa si prova nel sentire dire a Messi “questo ragazzo Ăš diverso dagli altri”? “È stato incredibile, ma in quel momento non me ne rendevo conto perchĂ© tutto andava veloce. Quando stai male, invece, ripensi alle cose belle: durante la riabilitazione, per tirarmi su, tornavo ad ascoltare quei complimenti. Ricordo quando mi chiamĂČ prima della Coppa America. Un giorno vorrei indossare di nuovo la maglia della nazionale”.

I tifosi interisti hanno un altro sogno: lei e Pio nello stesso attacco. “Abbiamo la stessa età e un’amicizia lunga, stiamo bene fuori dal campo, ma dentro ci capiamo al volo: ci piace proprio giocare uno con l’altro. L’ho conosciuto nell’U16, siamo cresciuti insieme. Sono felice per tutto quello che gli sta succedendo, se lo merita”.

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