Juventusnews24
·21 September 2025
Adani fa marcia indietro su Allegri: «Ho sempre creduto, aspettato e sperato. Adesso al Milan sta dimostrando questa cosa»

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Per anni sono stati i protagonisti di uno dei dibattiti più feroci del calcio italiano. Da una parte Massimiliano Allegri e il suo calcio pragmatico, dall’altra Lele Adani, il suo critico più severo, quasi un’nemesi ideologica. Oggi, a sorpresa, è arrivata la pace, o meglio, la conversione. Attraverso il suo profilo Instagram, l’opinionista ha tessuto le lodi proprio del tecnico del Milan, esaltandone l’evoluzione e il nuovo, spettacolare stile di gioco.
Adani ha introdotto il suo discorso con un concetto quasi filosofico, quello di “Padre Tempo”, che alla fine gli avrebbe dato ragione. L’opinionista ha infatti rivendicato di aver sempre creduto in una possibile evoluzione del tecnico.
LA VITTORIA DEL TEMPO – «Padre tempo sta operando, in silenzio ma sta operando. Siate sinceri da quanto tempo sto dicendo che il progetto tecnico di Allegri sarebbe stato un progetto idealmente vincente nei concetti? Almeno da metà luglio, dal giorno stesso in cui è arrivato al Milan. Perché ho sempre creduto, ho aspettato e ho sperato. E sto ora riscontrando e constatando che anche lui, un allenatore legato a vecchie convinzioni, avrebbe potuto evolversi e proporre finalmente calcio come ha fatto stasera».
Successivamente, Adani è entrato in un’analisi tattica dettagliata, descrivendo con entusiasmo il nuovo calcio di Allegri: un gioco di proposta, pressione e dominio, lontano parente di quello visto nella sua seconda era alla Juventus. Pur citando giocatori non presenti nella rosa del Milan come Modric e Rabiot per descrivere i movimenti, il concetto espresso è quello di un calcio totale e organizzato.
L’ANALISI TATTICA – «Un calcio di proposta, un calcio di pressione, di dominio, attrattivo. Un calcio che proprio per questo rivela il merito, e sul merito non c’è conflitto. Su questo gioco siamo tutti d’accordo, sull’attrattiva tecnica tutti ci leghiamo, tutti ci divertiamo e tutti constatiamo che chi è in panchina sceglie in maniera vincente. Con protagonismo… Che un gol venga fatto con recupero in palla alta, che un altro venga realizzato con proposta tecnica e accompagnamento di tanti uomini, che le azioni possano svolgersi a destra con Saelemaekers imprevedibile, a sinistra con questa alternanza tra Modric che nel dominio innesca Rabiot, con Pulisic che lega il gioco ed Estupinian prende la fascia. Con i tre difensori con i piedi sulla linea della metà campo che a turno accompagnano tutti perché tutti hanno proposte, hanno creato superiorità numerica».
Infine, la chiusura è un vero e proprio manifesto del suo pensiero: la vittoria del bel gioco è una vittoria per tutti gli amanti del calcio.
IL TRIONFO DEL CALCIO – «Vengono i gol, viene il gioco e viene fuori lo spettacolo. Io ci ho creduto dal primo giorno. Ma di cinque anni fa… ho aspettato. E adesso chi sono i primi ad essere contenti? I tifosi della squadra allenata da Allegri ma soprattutto gli sportivi, chi ama il calcio, lo rispetta e da sempre con libertà e obiettività hanno combattuto chi voleva far passare per buono un messaggio non buono. Vince il gioco, vince il calcio: nel merito non c’t conflitto».