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·2 September 2025
Bari-Monza, l’analisi: la mossa Verreth, l’aggressività e i perché dietro la pericolosità in attacco

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·2 September 2025
Il Bari non ha conquistato i tre punti ma, nella prima uscita casalinga contro il Monza, la squadra di Fabio Caserta ha offerto una prestazione convincente. Restano da correggere l’approccio iniziale, dato il gol subito nei primi minuti, e la precisione sotto porta, ma al San Nicola si è visto un atteggiamento aggressivo, un gioco a tratti brillante e una manovra fluida. C’è ancora molto lavoro da fare, questo è evidente, ma i segnali sono incoraggianti, anche perché devono ancora integrarsi in rosa alcuni rinforzi di qualità, su tutti Castrovilli e Gytkjaer, destinati ad alzare il livello tecnico complessivo.
Per approfondire le principali chiavi tattiche della partita e mettere in luce alcuni spunti utili a comprendere meglio la prova dei biancorossi, torna la nostra rubrica Il Bari a Scacchi. Clicca qui per leggere la prima puntata con l’analisi di Venezia-Bari.
Copyright: SSC Bari
La partita non poteva iniziare peggio: dopo appena due minuti il Monza è passato in vantaggio grazie a una splendida giocata di Dany Mota. L’episodio ha messo in luce alcuni limiti difensivi già emersi a Venezia, anche se nel complesso si sono notati progressi significativi. Sulla rete, Nikolaou è apparso un po’ troppo morbido in marcatura, ma gran parte del merito va comunque attribuito alla qualità della giocata dell’attaccante ospite.
Nel prosieguo della gara il Bari ha mostrato maggiore equilibrio, acquisendo sicurezza e riuscendo così a mantenere un atteggiamento aggressivo. Una delle chiavi, sottolineata da Fabio Caserta anche nel post-partita, è stata il contributo di Verreth. Il centrocampista si abbassava infatti sulla linea difensiva, permettendo a Vicari e Nikolaou di uscire sui due trequartisti avversari, impedendo al Monza di trovare spazi in una zona cruciale del campo.
In queste due immagini si vede lo sviluppo della medesima situazione. Si può vedere la posizione arretrata di Verreth, che permetteva a Vicari nella prima immagine e a Nikolaou nella seconda di uscire in marcatura, mentre Vicari marcava l’altro avversario.
È impossibile analizzare la fase offensiva del Bari, soprattutto nella parte centrale del primo tempo — quello in cui i pugliesi sono stati particolarmente incisivi — senza considerare l’efficacia della riaggressione, decisiva quando il Monza cercava di costruire gioco. Sul primo sviluppo dell’azione avversaria, i biancorossi alternavano momenti di attesa, con il baricentro leggermente più basso, ad altri in cui alzavano la pressione, soprattutto quando uno dei braccetti monzesi si trovava senza linee di passaggio o era costretto a retrocedere fino a Thiam.
Proprio aggressività e capacità di prevalere nei duelli nelle zone nevralgiche del campo hanno consentito agli uomini di Caserta di soffocare la manovra ospite, recuperando numerosi palloni e ripartendo subito in aree pericolose. Da una di queste riconquiste è nata, ad esempio, una delle opportunità più insidiose create da Pagano. Non si è trattato di un episodio isolato: il Bari ha più volte vinto contrasti e seconde palle, trasformando immediatamente le azioni da difensive in offensive.
Qui vediamo come si sviluppavano le pressioni del Bari. A partire dalla situazione di partenza, appena il Monza mostrava difficoltà nella fase di sviluppo (passaggio all’indietro, linee di passaggio occupate) il Bari faceva scattare il pressing alto soffocando gli avversari.
Quando il Bari aveva la possibilità di sviluppare il gioco, come si muoveva la squadra? La formazione di Caserta ha già mostrato una notevole capacità nel far circolare palla e uomini, tutto con l’obiettivo di manovrare lo spazio. Due aspetti risultano particolarmente interessanti, soprattutto per quanto riguarda la costruzione dal basso. La presenza di numerosi giocatori vicini al portiere, infatti, non serviva tanto a uscire palla al piede, quanto ad attirare la pressione avversaria e a liberare la zona alle spalle della linea di centrocampo del Monza. In questo modo i galletti potevano verticalizzare rapidamente, permettendo a talenti come Partipilo, Sibilli, Moncini o Pagano di avere campo libero da attaccare.
In questa azione si nota la dinamica già analizzata: con molti uomini coinvolti nella prima costruzione, il Bari attirava la pressione del Monza e liberava spazi alle spalle del centrocampo (prima foto). Così, subito dopo, i biancorossi avevano ampi corridoi da attaccare, soprattutto grazie alle progressioni palla al piede di Sibilli. In alcune situazioni a trovarsi in quella zona era anche Dorval.
In altre circostanze la creazione degli spazi passava soprattutto dall’allargare il gioco in orizzontale. Questa soluzione è stata sviluppata principalmente sulla corsia destra, cercando spesso Partipilo per poi liberare le zone centrali, così da permettere a Braunöder o Pagano di inserirsi e ricevere palla nello spazio intermedio. Lo stesso Pagano, in almeno un paio di occasioni, si è trovato nelle condizioni di poter calciare dal limite.
In questa situazione il pallone era su Partipilo. Costringendo il centrocampo del Monza ad allargarsi, si creava lo spazio che soprattutto Braunöder riusciva ad attaccare. Il Bari ha sfruttato spesso quell’area del campo anche dall’altra parte con Pagano.
Un’altra soluzione utilizzata dal Bari. Sovraccaricando questa zona del campo, Dickmann era libero dall’altra parte e, una volta ricevuto il pallone, ha avuto tanto spazio per avanzare.