Calcionews24
·22 February 2025
Beppe Signori: «Bologna, non è solo merito di Motta e Italiano se sta in alto. Castro mi ricorda Batistuta. La crisi delle italiane in Europa la spiego con l’esempio dell’Atalanta…»
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·22 February 2025
Beppe Signori è stato uno dei bomber più prolifici degli anni ’90. Ha avuto una carriera piena di eventi e anche il dopo non ha mancato di metterlo al centro della scena. L’ex attaccante di Foggia, Lazio e Bologna si è raccontato a La Gazzetta dello Sport.
LA SUA NUOVA VITA – «Da un anno sono diventato nonno. Faccio una vita da pensionato (ride, ndr)… Scherzi a parte: ora si comincia a lavorare per la mia… scuola, si chiama BS 188 Football Academy -188 come i gol segnati in A e va da giugno a settembre, ci tengo da impazzire, mi piace. Io non voglio allenare, voglio insegnare, infatti i miei bambini vanno dai 7 ai 14 anni».
VA AL DALL’ARA – «Da un po’ di tempo no. Ma la squadra di Italiano sta dimostrando una cosa evidente. Le spiego: l’anno scorso Thiago ha saputo valorizzare al massimo ogni giocatore, tutto funzionava e il merito andava tutto a Motta. Ma quest’anno? Quest’anno Italiano sta facendo bellissime cose, un grandissimo lavoro, ed è lì, fra le prime otto con quasi gli stessi punti…».
IL BOLOGNA DI ITALIANO – «Che il gruppo squadra vale. E vale anche tanto, senza nulla togliere a Italiano che stimo molto. Significa che la parte storica di questa squadra, che da una annata all’altra ha cambiato allenatore e anche pedine non indifferenti, è forte, ci sa fare. E la Champions l’ha fatta crescere ancora di più. E allora bisogna fare un applauso a chi l’ha fatta: quindi Fenucci, Sartori e Di Vaio, perché molti giocatori di oggi tre anni fa erano sconosciuti… Prenda Castro. Averlo preso nel gennaio di un anno fa significa saper guardare avanti».
CASTRO – «Ha un che di Batistuta: sempre in lotta, vede la porta, sa anche giocare coi compagni. Dominguez? Ha colpi e mi impressiona: pur non essendo un colosso ha forza esplosiva e non lo butti mai giù».
LA DEBACLE DELLE ITALIANE IN CHAMPIONS – «Non sono un nostalgico ma si ricorda quando gli stranieri erano solo tre e crescevano i ragazzi italiani?Purtroppo non si tornerà mai indietro ma ci vogliono più italiani nel nostro campionato: due mondiali senza l’Italia vanno letti anche così. I giovani sono il nostro filone d’oro: gli va dato il tempo di crescere e anche di fare errori. Non so se potrà bastare, ma sarebbe un inizio. Prenda l’Atalanta: all’inizio del suo tragitto aveva 7-8 undicesimi italiani, cresciuti soprattutto nel proprio settore giovanile. Ora 7-8 sono stranieri: cos’è, la fretta di vincere?».