Chivu Inter, la difesa del gruppo tra critiche, identità e Marassi: «Siamo ancora qui!» | OneFootball

Chivu Inter, la difesa del gruppo: dopo il ko con il Liverpool e sei sconfitte stagionali, il tecnico respinge le etichette in vista del Genoa

Il clima attorno all’Inter resta denso, appesantito da risultati che fanno rumore e da episodi discussi. Le bizzarrie arbitrali sul rigore concesso al Liverpool in Champions League hanno acceso il dibattito, ma a pesare davvero è il dato complessivo: sei sconfitte già incassate. Un numero che alimenta critiche e riapre un tema annoso, quello dei nerazzurri che faticano a reagire dopo uno schiaffo, raramente capaci di rimettere in piedi una partita quando vanno sotto.

Proprio da Appiano Gentile, pochi minuti prima della partenza in pullman per Genova, Cristian Chivu, allenatore romeno dell’Inter, ha scelto di esporsi in prima persona per difendere il gruppo. Come riportato da Gazzetta dello Sport, il tecnico ha risposto alle etichette affibbiate alla squadra con parole nette e identitarie: «Dicevano che eravamo falliti e finiti, ma siamo ancora qui… La realtà del campo è diversa da quella che viene raccontata, le aspettative qua sono sempre più alte. Ci hanno attaccato troppe etichette, ma la nostra è una grande stagione. Abbiamo alti e bassi e dobbiamo solo togliere… i bassi».

Nel merito del rendimento, Chivu ha offerto una lettura precisa. Secondo il tecnico, nelle 21 partite giocate finora l’Inter avrebbe sbagliato soltanto due tempi: il primo contro l’Udinese e il secondo contro il Napoli. Per il resto, sostiene l’allenatore, la squadra ha sempre mostrato volontà di dominio, anche nei momenti difficili. Un concetto ribadito con un’altra presa di posizione forte, sempre riportata da Gazzetta dello Sport: «Non abbiamo mai voluto speculare. Qualcuno dirà che è sbagliato, che se speculi alla fine porti a casa punti, ma non cambieremo quello che siamo».

È una dichiarazione che racconta molto del Chivu allenatore: fedeltà all’idea di gioco, rifiuto del calcolo e convinzione che l’identità venga prima del risultato immediato. Un approccio coerente con l’uomo prima ancora che con il tecnico.

Dal giorno dei fischi al Flaminio fino alla panchina dell’Inter, Chivu non ha mai smesso di essere se stesso. E chi lo conosce bene, come Daniele De Rossi, allenatore del Genoa ed ex compagno di mille battaglie, lo sa. Anche per questo l’abbraccio di Marassi avrà un significato speciale: rispetto, memoria e due visioni forti che si incrociano.

In mezzo, una partita complicata. Ma Chivu ha scelto la strada più difficile: difendere il gruppo e l’identità, anche quando il rumore intorno si fa assordante. Gazzetta dello Sport lo racconta chiaramente: per l’Inter, a Genova, non sarà solo calcio. Sarà una questione di coerenza.

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