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·13 December 2025
CorSport – Napoli, McTominay è un highlander nell’emergenza

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Scott McTominay come un highlander nel mezzo dell’emergenza. L’unica mezzala vera rimasta ad Antonio Conte, l’unico che non può tirare il fiato in un reparto falcidiato dagli infortuni. A Lisbona è rimasto dentro fino alla fine, 97 minuti senza un cambio, nonostante non fosse al meglio e nonostante nelle ultime settimane non si sia praticamente mai fermato. È il simbolo di una squadra che sta tenendo insieme i pezzi, spesso stringendo i denti più del dovuto. I numeri raccontano più delle sensazioni: 479 minuti nelle ultime sei partite, quasi sempre titolare, eccezion fatta per la Coppa Italia contro il Cagliari, dove è entrato nell’ultima mezz’ora e ha calciato anche uno dei rigori. Sempre dentro, McT, sempre indispensabile. Solo Milinkovic-Savic – che nella vita fa il portiere – ha giocato di più (540). McTominay è diventato il riferimento obbligato nel cuore del campo, perché la coperta non è corta: è cortissima. Lobotka e Gilmour sono fuori, Anguissa pure, De Bruyne idem, Elmas si sta adattando da regista. In mezzo, l’unico vero centrocampista di inserimento, l’unico costruito per fare su e giù senza sosta, resta proprio lo scozzese.
Ed è qui che scatta un pensiero inevitabile, quasi cinematografico. In Ritorno al Futuro, ogni volta che qualcosa si complicava, Doc Brown esplodeva nel suo celebre «Great Scott!». Nella versione italiana diventava «Grande Giove!». Ecco: per Conte la situazione a centrocampo assomiglia un po’ a quella scena lì. Great Scott, davvero: perché di Scott – McTominay – ce n’è uno solo, e deve bastare per tutti. E domani si gioca ancora. Udine, poi la semifinale di Supercoppa contro il Milan in Arabia Saudita, magari – spera il Napoli – anche la finale. Poi di nuovo il campionato: Cremonese per chiudere il 2025 e Lazio per inaugurare il 2026. Tutto lontano dal Maradona, dove il Napoli tornerà soltanto il 7 gennaio contro il Verona. Al Bluenergy Stadium sarà dunque un’altra trasferta, un’altra gara in cui Conte dovrà affidarsi alla resistenza di McTominay. L’idea di farlo riposare non è impraticabile: è impossibile. Eppure a Lisbona, nella notte più complicata delle ultime settimane, non s’è tirato indietro. Non era brillante, non aveva la gamba dei giorni migliori, ha commesso errori, ma è andato oltre la stanchezza. Un giocatore “di sostanza”, che quando la squadra vacilla sceglie comunque di restare in piedi. Come può, ma resta in piedi. Sa che servirebbe un turno di riposo, ma sa anche che non è il momento. Lo sa lui, lo sa Conte, lo sanno i compagni. E in questa fase, in cui ogni partita pesa e ogni dettaglio può trasformarsi in un ostacolo, resta la certezza più affidabile per un Napoli che non può rallentare. Domani, a Udine, toccherà di nuovo a lui. Ancora dentro, ancora senza alternative reali, ancora mezzala, equilibratore, incursore, tappabuchi. Un highlander, appunto. E finché l’emergenza non finirà, Conte potrà soltanto sperare che Scott continui a reggere l’urto. Great Scott, si: ci vuole tutto il suo carattere.
Carlo Gioia









































