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·3 December 2025
ESCLUSIVA PSB – Ag. Palmiero: “Sta vivendo una seconda giovinezza, spero possa arrivare in Serie A con l’Avellino”

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Capitano di un Avellino che sta battagliando con onorabilità, idee e tanto ardore, dimostrando di aver realmente desiderato e meritato il ritorno in Serie B, Luca Palmiero ha ritrovato una categoria più congeniale al suo talento cristallino, dispiegato nelle geometrie con cui tesse la manovra dei suoi, che confidano nel capitano e nella sua tecnica per ordinare trame di gioco, movimenti, slanci offensivi. Giunto in un momento di carriera dove si percepiscono nitidamente maturità e consapevolezza, tratti che ad ogni modo ne hanno sempre accompagnato il percorso, il classe ’96 è un perno tattico e umano per i compagni di squadra e per l’allenatore Raffaele Biancolino. Abbiamo raggiunto in esclusiva il suo agente Luigi Matrecano, che ci ha fornito un racconto profondo e dettagliato del ragazzo.
Luigi, Palmiero è tornato in Serie B dopo quattro stagioni di immeritata terza serie. Come tutti coloro che hanno sempre osservato e apprezzato il talento del ragazzo già sapevano, si è chiaramente subito imposto come uno dei migliori registi della categoria. Che momento di carriera vive?
“Sta vivendo una seconda giovinezza. Luca è sceso di categoria probabilmente senza meritarlo, perché oggi tutti possiamo constatare il suo rendimento in Serie B, dov’è uno dei migliori nel suo ruolo. Con me si sfonda una porta aperta quando mi viene chiesto di parlare di lui: abbiamo un rapporto speciale per tantissimi motivi, Luca per me è l’emblema della perfezione quando si parla dell’importante della componente umana oltre che professionale. Gli ho sempre detto una cosa alla quale credo molto: vorrei che tutti gli agenti, almeno una volta nella carriera, avessero tra i propri assistiti un calciatore come lui. Lo seguo da tanti anni, sin da quando era nel settore giovanile del Napoli, e mi ha sempre dato ragguardevoli soddisfazioni. È una persona, e un professionista, che entra in punta di piedi per poi imporsi. C’è, tra l’altro, un soprannome che oramai gli ricordo quotidianamente”.
Prego.
“Lo chiamo ‘il Professore’. I motivi sono due: in campo, come tutti sappiamo, è colui che gestisce il pallone come se fosse un direttore d’orchestra, mentre nella vita non ha assolutamente l’ego del calciatore. È una persona magnifica, un ragazzo molto semplice, lo dico con sincera ammirazione nei suoi confronti”.
Luca è alla terza stagione con l’Avellino, club di cui sta diventando sempre più un simbolo. Che legame c’è tra il calciatore e la piazza?
“C’è un legame molto importante, non a caso quest’estate abbiamo rinnovato il contratto, che ora è a lungo termine. Dal primo in giorno in cui ha messo piede ad Avellino, Luca si è reso conto dell’importanza di questa società. Poche realtà in Serie B possono vantare un presidente e una dirigenza con simili qualità umane, senza dimenticare tutte le componenti che lavorano e fanno le fortune del club. Era così anche in Serie C. Luca è contentissimo del rinnovo e di essere al momento il capitano. Mi auguro che le cose possano andare sempre meglio sia per l’Avellino che, chiaramente, per il ragazzo”.
Più di trecento presenze tra i professionisti, di cui 129 in Serie B (playoff e playout compresi). Hai la percezione che il suo valore sia costantemente stato sottovalutato?
“C’è stata un’annata, dopo il Chievo Verona, dove si fecero avanti alcune squadre di Serie A. Luca fu davvero a un passo dalla massima serie, ma per ufficializzare un matrimonio servono tante componenti: non è sempre semplice congiungere determinati punti. Non credo che Luca sia stato sottovalutato, è un calciatore che viene dal basso, ha fatto tanta gavetta, ma anche quando era in Serie C veniva considerato un elemento importante per la categoria, dove tanti addetti ai lavori sottolineavano come il suo talento appartenesse a ben altri contesti. Detto ciò, sarebbe sicuramente potuto restare di più in Serie B, ma alcune scelte sono state fatte anche per i progetti, perché Luca è un calciatore che cerca questo: prospettiva, stimoli, realtà dove gli obiettivi non siano miopi. Lo stesso approdo ad Avellino seguì questi principi: i direttori Condò e Perinetti cominciarono a chiamarci, e non ci pensammo due volte, perché la pianificazione era molto importante. Sia loro che gli attuali dirigenti sono sempre stati molto soddisfatti di Luca, ergo spero che questo matrimonio possa continuare per molti anni ancora”.
Hai anticipato la domanda conclusiva: è chiaro che il focus sia sul presente, ma cosa vedi nel futuro di Palmiero? Per intenderci: a cosa pensi debba puntare da ora in avanti?
“Luca, come dicevamo poc’anzi, ha un contratto ancora lungo con l’Avellino, dunque l’augurio è che possa arrivare in Serie A con i Lupi, sarebbe una soddisfazione enorme per il ragazzo e per la piazza. I tifosi, ci tengo a sottolinearlo, gli hanno sempre fatto sentire la propria vicinanza, anche nei momenti, come a un certo punto scorsa stagione, dove le cose non andavano benissimo. In virtù di tutto ciò, ribadisco, mi piacerebbe vedere Luca capitano dei Lupi nella massima serie. Detto ciò, nel calcio può cambiare tutto da un momento all’altro: la società può decidere di non continuare con un calciatore e, viceversa, è possibile che in virtù di offerte importanti si facciano differenti scelte professionali. Ad ogni modo, se dovessero presentarsi tali eventualità, Luca userebbe la sua grande maturità per considerare attentamente ogni possibilità”.









































