Lazionews24
·29 September 2025
Ex assessore Caudo boccia il progetto del Flaminio: «Progetto Lotito provocatorio e irrealistico»

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·29 September 2025
Emergono nuovi ostacoli nella corsa della Lazio verso la realizzazione del suo sogno: uno stadio di proprietà al Flaminio. Secondo quanto riportato dall’edizione odierna de Il Tempo, il progetto presentato dalla società biancoceleste ha incassato una dura bocciatura da parte di Giovanni Caudo, attuale consigliere di maggioranza ed ex assessore all’Urbanistica nella giunta Marino.
Quest’ultimo, attraverso un lungo e dettagliato post pubblicato su Facebook, ha espresso il suo parere negativo, elencando tutte le criticità e le problematiche riscontrate nella proposta del club.
«Il progetto della SS Lazio al Flaminio: un errore. La SS Lazio ha proposto al Comune, che è proprietario dello Stadio Flaminio, di averlo in concessione per 99 anni, per trasformarlo e adattarlo ad ospitare tutte le attività, sportive e non, della società sportiva Lazio. Non proprio uno stadio di proprietà ma quasi, così come è successo per l’ex stadio delle Alpi a Torino, dato in concessione alla Juventus per 99 anni (il comune si è tenuto la proprietà del suolo), che è stato completamente demolito, nel 2006, e sul terreno è stato realizzato l’attuale stadio ora denominato Allianz Arena.
È la stessa soluzione che si sta seguendo, con qualche differenza, per lo stadio dell’AS Roma a Pietralata, anche in quel caso si tratta di una concessione del Comune per un certo numero di anni, ma il bene alla fine del periodo di concessione resta di proprietà del Comune. L’operazione in sé è ragionevole, anche se è bene ricordare che le società di calcio sono delle multinazionali e non sono società per azioni dei tifosi, è sbagliato quindi che il pubblico conceda aree o immobili come se si trattasse della squadra del quartiere. Sono società private con azionariato finanziario che si muovono in contesti internazionali ed è bene quindi che siano loro a rischiare l’investimento e a farlo rispettando le norme, mentre il Comune deve valutare l’interesse pubblico dell’intervento e il contributo offerto al miglioramento della qualità urbana e delle condizioni di vita nella città.
Dov’è allora il problema? Il problema è nel progetto che la SS Lazio ha presentato e nelle soluzioni proposte per risolvere questioni cruciali per la realizzazione dell’opera.
1. Come inserire un’infrastruttura che attira quasi 60 mila utenti in un’area residenziale del centro della città? il Flaminio ospita già diverse infrastrutture tutte con un ampio bacino di utenti, urbano metropolitano, regionale, nazionale e anche internazionale (l’auditorium Parco della Musica, il MAXXI, il Palasport), ma anche l’Università, i centri sportivi, il teatro Olimpico) e soprattutto lo stadio Olimpico e i centri sportivi adiacenti che sono insieme all’auditorium uno dei principali motivi di sofferenza di tutta l’area per l’aggressione delle auto e per il sommarsi di eventi in contemporanea.
2. Inoltre c’è il tema di come salvaguardare lo stadio Flaminio (1), la sua architettura e le soluzioni strutturali dell’ingegnere Pier Luigi Nervi che, insieme al Palasport, costituiscono un unicum nel quale l’inserimento delle tre testuggini delle sale dell’auditorium di Renzo Piano rappresentano un bell’esempio di integrazione. Lo stadio attuale è stato posto sotto tutela il 27 settembre 2018, con specifico provvedimento di tutela del ministero per i Beni e le Attività culturali previo verifica su istanza di parte e Dichiarazione di interesse storico-artistico ai sensi dell’art.10, c. 3, lett. d del D.Lgs. 42/2004.
Dietro queste due questioni ci sono i residenti, ma anche tutti noi, i cittadini di Roma, che certo non possiamo considerare l’attuale situazione con cui si arriva all’Olimpico quando ci sono gli eventi il modo in cui una città capitale si presenta al mondo. Oggi durante le partite è possibile parcheggiare l’auto sul lungo Tevere al centro della carreggiata, usando la linea di mezzeria della strada come riferimento, una macchina a dx e una a sx, e a volte con gli ausiliari del traffico che aiutano nella manovra.
La conservazione e la valorizzazione dello stadio di Nervi sono obiettivi che devono essere perseguiti, non c’è paragone tra la storia e il significato storico del Flaminio e lo stadio delle Alpi realizzato per i mondiali del Novanta. In questo secondo caso la demolizione è servita a migliorare le cose, al Flaminio i valori in campo sono ben diversi.
Ma è proprio su questi due aspetti che la proposta progettuale della SS Lazio non è credibile e fornisce soluzioni e argomentazioni che sono quasi imbarazzanti e tecnicamente improbabili.
Ma andiamo con ordine. Basta guardare i due disegni in cui si confrontano l’attuale struttura e quella nuova per rendersi conto di come il Flaminio sarà cancellato dal nuovo progetto. Nelle sezioni allegate si può confrontare lo stadio di oggi con il nuovo. Il vecchio viene cancellato, si demolisce la tettoia e quello che resta lo si sovrasta con quello nuovo. I numeri aiutano a capire lo stravolgimento: l’altezza dello stadio attuale è di 17,60, quella del nuovo sarà 40 metri. Le dimensioni in pianta oggi sono di 181 m x 131 m e diventeranno 233 m x 183 m, si amplia di almeno 50 metri per lato. Insomma, non si può sostenere che la struttura attuale venga tutelata e valorizzata. Eppure nella relazione del progetto depositata in comune si legge: il manufatto stadio è stato complessivamente conservato e preservato da trasformazioni inerenti alle sue essenziali e tipiche caratteristiche architettoniche e strutturali con l’eccezione della pensilina di copertura, incompatibile con la proposta di ampliamento.
Forse si fa prima a scrivere che l’incompatibilità è con l’intera proposta e che pertanto sarebbe meglio demolirlo.
Ma è sulla mobilità che il progetto presentato si supera nelle argomentazioni, alcune così stridenti che si sente il fastidio come quando si graffia con le unghie su una lavagna.
Si ritiene che dotare l’area di riferimento di una quantità di parcheggi sufficiente per rispondere alle esigenze poste da una capienza di 50.000 spettatori non sia una scelta praticabile, né lungimirante nell’ottica della sostenibilità ambientale.” Effettivamente sembra una frase con la quale essere d’accordo, allo stadio bisogna andarci soprattutto con i mezzi pubblici. Se non fosse che da qui in avanti si enumerano una serie di soluzioni sulla mobilità che sembrano essere uno scherzo.
Si afferma che la modalità prioritaria per andare allo stadio sarà il TPL, bus e metro (il 50% degli utenti), ma non si indica nessuna nuova infrastruttura, si fa l’elenco di quelle già esistenti e quindi non si capisce in virtù di quale evento gli utenti dovrebbero modificare la loro modalità di trasporto da quella privata, l’automobile, a quella del TPL. Si cita il tram, la metro, tutte infrastrutture già oggi ampiamente insufficienti per le ordinarie attività che si svolgono nel quartiere, e che rappresentano una quota minoritaria nella modalità di accesso all’Olimpico, che però nella narrazione della proposta della AS Lazio sosterranno il carico maggiore della domanda di mobilità, oltre il 50%.
Come esempio di un tale scenario, poche auto e quindi pochi parcheggi e tanto TPL, nella relazione di progetto si cita il grattacielo SHARD di Londra che ha solo 48 posti auto. Ovviamente si omette che il Flaminio non ha niente a che vedere con il livello di accessibilità del Southbank (borough di Southwark), il quartiere in cui si trova il grattacielo progettato da Renzo Piano. Basterebbe questo scivolone per rimandare indietro il progetto e chiedere una maggiore serietà e soprattutto una maggiore robustezza della proposta.
Dove sono localizzati i 4.419 posti auto che comunque, nonostante le arrischiate ipotesi della mobilità, bisognerebbe e realizzare?
– 448 sotto il viadotto di corso Fancia;
– 436 a Piazza Mancini, su due livelli (oggi già insufficente)
– 1.970 nell’incrocio tra l’olimpica e la via Flaminia (è prevista una processione a piedi per arrivare al Flaminio, e per non dire che la proposta è priva di fondamento si pensa di ricostruire il Ponte Bailey sul Tevere – di fronte al mercato di Ponte Milvio);
– per i restanti, circa 1.900 posti, si useranno quelli esistenti dal Foro Italico a quelli posti sotto il viadotto di Corso Francia. Tutti i parcheggi esistenti vengono arruolati a forza per far tornare i conti del progetto. Si omette ovviamente che già oggi quei parcheggi sono ampiamente insufficienti per le attività che si svolgono. Nella relazione i dubbi sono subito chiariti: “Non viene considerato lo scenario in cui ci sono eventi contemporanei al Flaminio e all’Olimpico (escludendo l’auditorium).
Quindi, il progetto dello stadio della SS Lazio al Flaminio per far tornare i conti prevede che tutte le attività del Flaminio si fermino e tutti i parcheggi vengano sequestrati solo per i tifosi che si spostano in auto. È tutto questo per soddisfare il 25% appena dei 50 mila tifosi che verranno in macchina, un dato del tutto sottostimato. Lo scenario reale, come è facile prevedere, sarà un peggioramento e di molto di quello che già accade con l’uso dell’Olimpico, auto ovunque e dovunque con i residenti non tifosi sequestrati dalle carcasse di lamiera. E infatti nella relazione si trova conferma di questo scenario, tanto che viene proprio scritto:
Sicuramente potrebbe essere una soluzione indagabile e in qualche modo realizzabile, dal momento che in soli 6 minuti di percorso stradale che dividono lo Stadio Flaminio dallo Stadio Olimpico, possono far supporre che, come la questione dei parcheggi viene “risolta” per un numero di spettatori ben maggiore (fino a un massimo di 70.000) anche per lo Stadio Flaminio si possano trovare sufficienti parcheggi.” Ecco, c’è scritto: il nuovo progetto prevede macchine ovunque come quello che accade oggi quando ci sono le partite all’Olimpico!
Ma il progetto ha una soluzione: l’istituzione di una sorta di ZTL da attivare 3 ore prima degli eventi in modo da non congestionare l’area. Da non crederci! È una delle poche notizie effettivamente uscite sui giornali, sembrava una battuta, invece è una proposta del progetto (a cui si accenna nella relazione ma poi nel progetto di fattibilità non ce n’è traccia). Tre ore prima dell’inizio degli eventi tutto il Flaminio in ZTL, quindi un intero quartiere sarà sequestrato per l’evento della partita. È utile ricordare che le partite e gli eventi non si terranno solo la domenica ma, con lo stadio divenuto di proprietà della Lazio e con l’esigenza di sfruttarlo economicamente, ci saranno attività sempre anche durante la settimana. Immaginiamo che la ZTL dovrà essere attivata sempre ogni giorno e tutte le altre attività sospese. Come si fa a prendere questa proposta anche solo come una ipotesi plausibile?
Penso che ci si può fermare qui nella disamina, ci sono altre chicche (la richiesta che il comune contribuisca con 24 milioni di euro, di cui 9 milioni per il consolidamento sismico!). Questo non si può considerare un progetto, per alcuni versi rappresenta una provocazione al buon senso.La SS Lazio ha diritto ad avere uno stadio e ancora di più i tifosi della Lazio, ma questa proposta così come è costruita non è da prendere in considerazione. Per la valorizzazione e la salvaguardia del Flaminio servono altre ipotesi, più concrete e realistiche. L’amministrazione Gualtieri ha tutte le risorse per mettere in campo una soluzione vera che non aggravi ulteriormente le già difficili condizioni di vivibilità del quartiere ma che invece aiuti a risolverle e che valorizzi salvaguardandolo, l’attuale stadio Flaminio»..