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·3 September 2025

Inter, Chivu non cambia: fiducia a Calhanoglu. Ma fa una richiesta ai suoi ‘vecchi leoni’

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Inter, Chivu non cambia: fiducia a Calhanoglu. Ma fa una richiesta ai suoi ‘vecchi leoni’. Il tecnico ha bisogno di tempo ed è supportato dalla società

La sconfitta interna contro l’Udinese ha fatto scattare il primo campanello d’allarme in casa Inter, ma non ha scalfito le certezze del nuovo corso. Il club nerazzurro ha messo in conto le difficoltà di una transizione tanto ambiziosa quanto complessa: quella dal calcio pragmatico e consolidato di Simone Inzaghi a quello più verticale e aggressivo immaginato dal nuovo tecnico, Cristian Chivu. Come analizza La Gazzetta dello Sport, l’incidente di percorso a San Siro non cambierà la rotta tracciata, anche se all’orizzonte si profila un ostacolo quasi insormontabile: la Juventus, attesa a Milano per un Derby d’Italia che si preannuncia infuocato.

Il rischio per il tecnico romeno è concreto: una sconfitta contro i rivali storici significherebbe scivolare a -6 in classifica, uno scenario preoccupante in vista dei primi impegni di Champions League. Nonostante la pressione crescente, Chivu resta fedele alla sua linea, forte del sostegno incondizionato della società. Nessuna rivoluzione, nessun intervento drastico dopo il primo inciampo. La trasformazione genetica della squadra richiede tempo e pazienza; quattro anni di abitudini tattiche non si cancellano in poche settimane.


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La fiducia è riposta nei leader dello spogliatoio, chiamati ora a un cambio di mentalità. A Hakan Çalhanoğlu, reduce da un’estate complicata e ancora lontano dalla forma migliore, sono state confermate le chiavi della regia. Chivu vede nel turco il regista ideale per innescare un pensiero rapido verso le punte, un perno tecnico imprescindibile per il nuovo credo tattico. Il flop contro l’Udinese non ha intaccato la sua futura centralità. Discorso diverso per Davide Frattesi, che appare ancora alla ricerca di una collocazione definita nel nuovo 3-5-2.

La richiesta di Chivu ai suoi “vecchi leoni” è chiara: serve un’attitudine diversa, più feroce e verticale, anche quando si tratta di coprire gli spazi e difendere. La caduta contro i friulani non ha spaventato la dirigenza, ma ha accelerato il ticchettio dell’orologio. L’Inter sta cambiando pelle, ma la nuova creatura non ha ancora le fattezze immaginate dal suo allenatore. Il viaggio verso “l’isola promessa” continua, ma la prossima tappa contro la Juventus dirà molto sulla reale velocità di questa evoluzione.

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