Inter News 24
·16 December 2025
Inter, più falli (e più gialli) in nome del pressing: la nuova identità dell’Inter di Chivu

In partnership with
Yahoo sportsInter News 24
·16 December 2025

C’è un tratto sempre più riconoscibile nell’Inter di Cristian Chivu, allenatore romeno alla prima stagione alla guida della prima squadra nerazzurra. È la scelta consapevole di ricorrere al fallo tattico per spezzare sul nascere le ripartenze avversarie, un principio che sta diventando parte integrante dell’identità della squadra. Come analizzato da Corriere dello Sport, non si tratta di casualità, ma di una precisa richiesta dell’allenatore, legata a una visione più pragmatica e aggressiva del gioco.
La nuova impostazione nasce da un presupposto chiaro: aumentare la pressione offensiva comporta inevitabilmente dei rischi in caso di perdita del possesso. Chivu chiede ai suoi giocatori una percezione costante del pericolo, soprattutto nella fase di palleggio. Un errore minimo può spalancare spazi importanti, ed è proprio lì che entra in gioco il fallo “preventivo”, considerato preferibile rispetto a una corsa all’indietro in campo aperto.
La gara di Marassi contro il Genoa di Daniele De Rossi, allenatore giovane e propositivo, è stata emblematica. Nei novanta minuti i nerazzurri hanno commesso ben 20 falli, il doppio rispetto agli avversari. Un dato che racconta la volontà di interrompere ritmo e transizioni, anche a costo di spezzettare il gioco e abbassare temporaneamente il baricentro.
Allargando lo sguardo all’intero campionato, la differenza con il recente passato è evidente. L’Inter ha già commesso 197 falli in 15 giornate, con una media superiore ai 13 a partita. Nella stagione 2024/25, sotto la gestione di Simone Inzaghi, i falli complessivi furono 417, con una media di 10,9 a gara. Un cambio di passo netto, figlio di una filosofia diversa.
L’aumento dei falli porta con sé un altro effetto collaterale: più ammonizioni. Finora i cartellini gialli sono stati 23, pari a 1,5 a partita, contro i 54 totali della scorsa stagione (1,4 di media). Una differenza minima, ma che conferma come il rischio disciplinare sia stato messo in conto e non temuto.
L’Inter di Chivu accetta quindi di “sporcarsi le mani” per difendere il proprio equilibrio. Un calcio più ruvido, forse meno elegante, ma coerente con l’idea di controllo, gestione delle energie e tutela della solidità complessiva. Una scelta che sta definendo sempre di più il volto dei nerazzurri.









































