Inzaghi e l’addio all’Inter, la provocazione de Il Giorno: «Forse è andato in fuga nel deserto perché aveva capito che…» | OneFootball

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·3 September 2025

Inzaghi e l’addio all’Inter, la provocazione de Il Giorno: «Forse è andato in fuga nel deserto perché aveva capito che…»

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Inzaghi e l’addio all’Inter, la provocazione de Il Giorno: «Forse è andato in fuga nel deserto perché aveva capito che…». Le ultime

La sessione estiva di calciomercato si è chiusa senza scossoni in casa Inter, lasciando intatta la struttura della squadra. Secondo Il Giorno, questa continuità rischia di trasformarsi in un’arma a doppio taglio, soprattutto per Cristian Chivu, nuovo allenatore chiamato a introdurre una svolta tattica e mentale dopo l’era di Simone Inzaghi.

Un’eredità ingombrante per Chivu

L’ex difensore rumeno, al suo debutto sulla panchina della prima squadra, ha il compito di guidare una trasformazione che richiede tempo e coraggio. L’Inter, però, è rimasta molto simile a quella che negli ultimi tre anni ha ottenuto importanti risultati in Europa – due finali di Champions League – ma in Serie A ha portato a casa soltanto uno scudetto.


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Il quotidiano sottolinea come l’addio di Inzaghi a fine stagione sia stato interpretato da molti come una presa d’atto dell’impossibilità di rivoluzionare davvero un gruppo consolidato ma poco incline ai cambiamenti. Ora tocca a Chivu lavorare per scardinare abitudini radicate e imprimere il proprio marchio su una squadra che, pur forte, sembra necessitare di nuove energie e idee fresche per tornare competitiva su tutti i fronti.

Una rivoluzione mancata sul mercato

I dirigenti nerazzurri hanno preferito una campagna acquisti prudente, basata su innesti mirati come Manuel Akanji, difensore svizzero ex Manchester City, e i giovani Petar Sucic e Andy Diouf, centrocampisti di prospettiva. Non sono arrivati, invece, i colpi offensivi che avrebbero potuto rivoluzionare il reparto avanzato.

La sfida per Chivu sarà quindi duplice: da un lato gestire un gruppo esperto ma legato agli schemi di Inzaghi, dall’altro trovare il modo di integrare gradualmente i nuovi acquisti. Una missione che richiede equilibrio tra conservazione e innovazione, con il rischio che la mancanza di una rivoluzione vera e propria finisca per rallentare il progetto tecnico.

Il campo, come sempre, sarà il giudice finale. Ma l’ombra dell’era Inzaghi continua a proiettarsi sul presente nerazzurro, rendendo ancora più complessa la sfida del nuovo tecnico.

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