Juventusnews24
·9 November 2025
Mazzola: «Offerta della Juventus? Mia madre disse di non andarci perché mio padre si sarebbe rivoltato nella tomba»

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Un’intervista carica di storia, amore e leggenda, quella concessa da Sandro Mazzola a La Gazzetta dello Sport. L’occasione è speciale: il giorno successivo al suo 83esimo compleanno, che coincide con la gara dei nerazzurri contro la Lazio. Mazzola, che ha fatto la storia dell’Inter dal 1960 al 1977 (vincendo 4 scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali), ha aperto l’album dei ricordi, partendo dal suo legame indissolubile con il club.
«L’Inter sarà sempre questo per me, un pezzo di cuore grande così. Lo era da giovane e lo è adesso che sono diventato, diciamo, adulto…».
Dall’alto della sua esperienza, Mazzola ha offerto un consiglio a ‘Hivu’ (Cristian Chivu), attuale tecnico della Primavera nerazzurra, sul significato di allenare l’Inter: «L’unica cosa che posso dirgli è di non accontentarsi mai e chiedere sempre di più, a se stesso e ai suoi giocatori: lui è un ragazzo serio, preparato e umile, mi piaceva tanto anche come giocatore e sono sicuro farà una grande carriera anche da allenatore. Intanto, inizi col riportare il tricolore qua a Milano: quando lo metti al petto ti senti molto… elegante. L’ultima Champions è finita malissimo, lo so, ma in questa la partenza è buona: se sei all’Inter, bisogna crederci sempre».
Un passaggio di consegne ideale anche con l’attuale capitano, Lautaro Martinez: «Spero che Lautaro possa un giorno alzare questo benedetto trofeo che ti cambia la carriera: è un capitano vero come lo ero io, sa parlare e farsi amare dai compagni nel momento giusto ed è questo che fa la differenza».
Inevitabile il ricordo del padre Valentino, capitano del Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga nel 1949, un confronto che lo ha spronato per tutta la carriera: «Mi capita di sognare Valentino, papà, ancora oggi… Quando mi hanno chiamato ‘campione’ per la prima volta, non ci credevo davvero. Anzi, ho guardato in cielo e ho pensato a lui, che era molto, molto più bravo di me. Per provare a paragonarmi a mio padre, ho dovuto lavorare sempre di più».
Spazio anche agli aneddoti, come la storica rivalità con Rivera («Ci misero uno contro l’altro, ma era semplicemente uno che cercava di giocare meglio dell’altro») e la volta in cui parlò alla madre di un’offerta della Juventus. La reazione fu netta: «Sia mai! Tuo padre si rivolterebbe nella tomba».
Infine, una riflessione su chi è stato: «Chi sono? Sono uno che ha vinto tutto e a cui la gente vuole ancora bene: significa che non ho buttato via la carriera».




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