Juventusnews24
·14 October 2025
Mkhitaryan spiega cosa è cambiato all’Inter: «Difficile lasciare andare un allenatore che ti ha dato tantissimo. Seconda stella? Cerchiavamo date da quando avevamo vinto contro la Juve»

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·14 October 2025
Il centrocampista dell’Inter Mkhitaryan ha parlato a margine della presentazione del suo libro soffermandosi anche sulla Serie A e sulla lotta scudetto che potrebbe includere anche la Juve.
SECONDA STELLA – «Non cerchiavamo date, quando abbiamo vinto contro la Juve in casa e siamo passati in testa alla classifica abbiamo iniziato a fare i calcoli per capire se quella partita col Milan fosse stata decisiva. Noi però andavamo avanti vincendo le partite, poi abbiamo pareggiato col Cagliari in casa ed è arrivato il momento in cui stavamo sognando lo Scudetto quella sera. Alla fine siamo stati felici tutti, vincere così il ventesimo è stato un bel regalo per tutti i tifosi. Poi c’è stata la parata fino al Duomo, dopo un’ora che eravamo usciti da San Siro eravamo andati avanti di cento metri; doveva durare quattro ore, è durata otto-nove ore».
SUL MIO LIBRO – «Col libro voglio dare un messaggio a tutti i sognatori, a tutti quelli che vogliono raggiungere qualcosa nella vita: di non mollare e crederci, di lavorare su di loro perché alla fine avrai i risultati. Sto provando a dare una strada per i giovani per far loro capire che devi lavorare e lottare per raggiungere gli obiettivi».
FUTURO? – «Al momento non sto mollando e sto lottando: io faccio il massimo, a fine stagione valuteremo e vedremo se sono capace ancora a giocare. Se potrò dare ancora qualcosa a questa squadra giocherò un altro anno o altri due: altrimenti mi ritirerò. Non ho niente da rimpiangere, avrò 37 anni e ho giocato tanto: sarò felicissimo anche se mi ritirerò».
COSA INTENDEVO CON LE MIE PAROLE SULL’ADDIO DI INZAGHI? – «E’ difficile lasciar andare un allenatore con cui hai lavorato tre anni e che ti ha dato tantissimo: specialmente a me, ho giocato sempre, si fidava di me. Lo ringrazio, è difficile lasciar andare uno che aveva quella fiducia in me: non dico che Chivu non ce l’abbia, ma è diverso e bisogna lavorare duro per capire cosa chiede. Sono sempre stato grato ai miei allenatori, non è mai facile lasciar andare uno che ti piace e ti vuole bene».
MILAN COMO IN AUSTRALIA? – «Non posso rispondere perché non ci siamo noi, ma è un po’ folle viaggiare 24 ore per una partita: ci sta se è un’amichevole alla fine o prima della stagione, sarà un po’ pesante fare il viaggio e poi tornare col fuso. Ma non possiamo lamentarci, siamo pagati per giocare».
INTER PIÙ FORTE DELL’ANNO SCORSO? – «E’ ancora presto per dirlo: bisogna giocare fino alla fine e vedremo a che posto arriveremo. Abbiamo una rosa competitiva che può dare tanto: il Mister sta cambiando tanto, siamo tutti pronti ad aiutare la squadra e a raggiungere i nostri obiettivi».
COS’È L’INTER PER ME? – «E’ la mia ultima squadra: venendo qua a 33 anni non è facile adattarsi ad un posto con grandi campioni. Ho fatto del mio meglio per aiutare tutti. C’è una grande voglia di rivincita dopo Monaco, con noi stessi e non con un avversario, per vincere qualcosa quest’anno. Siamo molto contenti di poter giocare con Roma e Napoli di fila, ogni giocatore sogna di giocarle: saranno un esame per capire dove potremo arrivare».
DIFFERENZE TRA CHIVU E INZAGHI – «Ogni allenatore ha la sua filosofia: Chivu chiede un gioco diverso, verticale, Inzaghi voleva più possesso. Ma è presto, Chivu è ancora giovane: ma ha un grande potenziale per diventare un grande».