Nicola Riva: «Papà e la Nazionale, un amore indissolubile. Gattuso e Buffon faranno tornare la passione. Con alcuni giocatori era più confidente che con noi figli. Considerava Vieri il suo erede» | OneFootball

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·4 September 2025

Nicola Riva: «Papà e la Nazionale, un amore indissolubile. Gattuso e Buffon faranno tornare la passione. Con alcuni giocatori era più confidente che con noi figli. Considerava Vieri il suo erede»

Article image:Nicola Riva: «Papà e la Nazionale, un amore indissolubile. Gattuso e Buffon faranno tornare la passione. Con alcuni giocatori era più confidente che con noi figli. Considerava Vieri il suo erede»

Il figlio di Gigi Riva ha voluto esprimersi così su quello che è stato l’ex Rombo di Tuono tra Cagliari e Nazionale

Il ricordo di Gigi Riva è indelebile, un’ombra che continua a guidare il dna azzurro, soprattutto ora che la Nazionale riparte con due dei suoi “ragazzi” protagonisti del trionfo di Berlino 2006: Rino Gattuso e Gigi Buffon. Nicola Riva, figlio della leggenda, consigliere d’amministrazione e “brand ambassador” del Cagliari, apre i cassetti della memoria in un’intervista esclusiva a Tuttosport. Tra aneddoti commoventi e rivelazioni inedite, Nicola racconta l’amore incondizionato del padre per la maglia azzurra, il suo rapporto speciale con i giocatori, il famoso episodio del trolley dopo il Mondiale, e la fiducia incondizionata nel nuovo corso della Nazionale.

COSA RAPPRESENTAVA LA NAZIONALE PER SUO PADRE – «È difficile spiegare cosa rappresentasse la maglia azzurra per papà. L’ha indossata per la prima volta a 17 anni nella juniores e lì è iniziato il suo percorso, prima da giocatore quindi da dirigente. Da giocatore quella maglia la sentiva tantissimo, ci teneva sempre a essere in campo, tanto che si è rotto due gambe in partite che non avrebbe dovuto neanche giocare. Poi nei vent’anni passati in azzurro come dirigente pretendeva che tutti coloro che indossavano la maglia azzurra la sentissero come la sentiva lui. E credo che sia riuscito a trasmettere a tanti questo sentimento».


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NEL 2006 VA VIA QUANDO VEDE I POLITICI – «Sì, e le rivelo un’altra cosa: se non ne avessero parlato dopo Totti, Buffon e qualcun altro, nessuno l’avrebbe mai saputo. Lui era anche questo: fare un gesto che sentiva moltissimo dentro di sé, un gesto di coerenza, un gesto verticale ma senza fare clamore perché avrebbe potuto portare polemiche alla Nazionale e questo non l’avrebbe mai voluto. Lui in quel pullman non si sentiva a suo agio per la persona che era e per il senso di coerenza che aveva, quindi ha preso la valigia e se ne è andato. Pensi che anche a noi figli non l’ha mai raccontato: io, per esempio, l’ho saputo dal libro di Totti».

IL RAPPORTO CON GATTUSO – «Ottimo, molto schietto e amichevole. Papà con alcuni ragazzi che erano in Nazionale penso avesse un rapporto addirittura più confidenziale rispetto a quello con noi figli che lo vedevamo come un uomo un po’ più rigido. Ma quelli erano i suoi ragazzi e mi piace sapere che avesse quel tipo di feeling con loro».

GATTUSO E BUFFON AL MEMORIAL – «Eh, abbiamo parlato di tante cose ed è stato bellissimo vederli lì. Poi Gigi ha partecipato davvero a tutti gli eventi dedicati a papà. Sono certo al mille per mille che papà sarebbe stato davvero contento di vedere i ragazzi del 2006 alla guida della Nazionale».

FIDUCIA – «Sì: sono certo che con Gattuso e Buffon tornerà la gioia di vestire la maglia della Nazionale, quella passione, quel senso di identità e sono sicuro che si raggiungeranno risultati importanti».

L’AMORE PER L’AZZURRO – «Papà sognava da bambino vestire quella maglia, oggi nel calcio professionistico ci sono altre priorità e gli obiettivi che uno si prefigge non sono più la Nazionale e vincere un Mondiale. Purtroppo questo disinnamoramento si sta ripercuotendo anche tra i tifosi».

IL RECORD DI GOL IN AZZURRO (35 IN 42 PARTITE) – «È un record incredibile perché li ha segnati in appena 42 partite. È un primato di cui era orgoglioso, anche se non l’avrebbe mai detto».

COSA UNISCE GIGI RIVA, GIANLUCA VIALLI E GIGI BUFFON – «Il fatto che siano soprattutto grandi uomini: una volta smesso di giocare, non tutti riescono ad avere l’umiltà necessaria per trasmettere quei valori, quella passione per la Nazionale in un nuovo ruolo più defilato».

IL GIOCATORE A CUI ERA PIÙ AFFEZIONATO SUO PADRE – «Ne potrei citare tantissimi: Buffon, Cannavaro, Maldini, Baggio, lo stesso Cassano. Gli allenatori cambiavano, lui c’era sempre: quando si andava a Coverciano la certezza era di trovare Gigi Riva. Penso che a tutti sia piaciuto il fatto che lui osservasse tutto ma parlasse solo quanto c’era qualcosa importante da dire. I ragazzi poi avevano la certezza che ci sarebbe stata una persona che li avrebbe protetti da tutto ciò che succedeva fuori: mercato, scandali, polemiche».

CHI CONSIDERAVA IL SUO EREDE IN CAMPO – «Forse Vieri: era forte, potente, aveva grandissimo coraggio».

L’ALLENATORE CON CUI HA PIÙ LEGATO – «Ha avuto un rapporto ottimo con tutti: il fine per lui era creare l’ambiente ideale per preparare le partite. Certo è che la Coppa vinta a Berlino ha creato un legame speciale e indissolubile con Lippi».

LA SCELTA DEL CAGLIARI SU PISACANE – «Fabio è giovane, curioso, preparatissimo, attento ai dettagli, ha studiato tanto, ha dimostrato con la Primavera cosa è in grado di fare. E poi ha indossato la maglia del Cagliari con tantissima passione e questo ne fa, tornando a papà, una persona che può trasferire certi valori ai ragazzi. Quindi ci sono tutti i presupposti perché lui possa fare una grande carriera e noi fare una stagione buona, in cui si riesca a costruire qualcosa di importante anche per il futuro».

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