Inter News 24
·19 September 2025
Omicidio Boiocchi, l’ex capo ultrà dell’Inter Ferdico nei guai: rischia l’ergastolo!

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·19 September 2025
Il tragico omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà interista, avvenuto il 29 ottobre 2022 a Milano, ha portato alla richiesta di processo immediato per cinque persone. La Giudice per le indagini preliminari, Francesca Ballesi, ha formalizzato l’invio a processo degli ex leader della Curva Nord, Andrea Beretta e Marco Ferdico, assieme al padre Gianfranco, ai presunti esecutori materiali Daniel D’Alessandro e Pietro Andrea Simoncini. Il delitto è stato classificato come omicidio premeditato con metodi mafiosi, come confermato dalle indagini condotte dalla Squadra mobile della Polizia.
Andrea Beretta, già condannato per altre vicende legate al crimine organizzato, ha confessato di essere stato il mandante dell’omicidio, motivando la sua decisione con la volontà di risolvere una guerra interna per il controllo degli affari della curva. In particolare, si è parlato di merchandising e altri business legati al tifo organizzato. Il coinvolgimento di Mauro Nepi, altro ultrà, è stato segnalato come intermediario nella gestione dei fondi per l’esecuzione del crimine.
Marco Ferdico e il padre Gianfranco avrebbero fornito il supporto logistico, come la preparazione dei mezzi di trasporto, dei cellulari criptati e dell’arma del delitto. Nonostante l’indagine avesse raccolto diverse testimonianze e confessioni, D’Alessandro, il presunto esecutore materiale, non ha mai collaborato con gli inquirenti, rimanendo in silenzio.
Vittorio Boiocchi, 69 anni, è stato ucciso con cinque colpi di pistola, due dei quali lo hanno colpito mortalmente al collo e al torace. Gli arrestati rischiano pene molto severe, tra cui l’ergastolo, ma le loro confessioni e collaborazioni con la giustizia potrebbero portare a pene ridotte.
Le indagini, che hanno coinvolto anche Cristian Ferrario, sono ancora in corso. Il suo ruolo, tuttavia, è stato stralciato in fase di processo. Nonostante l’omicidio sia stato perpetrato in un contesto di violenza da parte di gruppi organizzati, le confessioni di alcuni degli arrestati potrebbero essere decisive per ottenere attenuanti e ridurre le pene.
A riportarlo è l’Ansa, che segue da vicino l’evoluzione di questo caso complesso.