PianetaBari
·21 September 2025
Palermo-Bari, l’analisi: l’equivoco tattico, le difficoltà in costruzione e la speranza Castrovilli

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·21 September 2025
Un solo punto conquistato, tre sconfitte, due gol fatti e otto subiti. Per il Bari non poteva esserci avvio di campionato peggiore, e la partita contro il Palermo (terminata 2-0 per i rosanero con le marcature nella ripresa di Le Douaron e Gomes) ha messo a nudo tutti i limiti che stanno frenando la formazione biancorossa: per vedere cosa non ha funzionato nella fase di possesso e in che modo i rosanero sono riusciti a schiacciare i galletti nella ripresa torna Il Bari a Scacchi, la rubrica che ogni settimana analizza nel dettaglio tutti gli aspetti della partita. Clicca qui per leggere l’episodio precedente relativo all’analisi di Modena-Bari.
Le analisi sono disponibili anche in formato video sul nostro canale YouTube. Clicca qui per vedere quella di Palermo-Bari.
In avvio il Palermo ha cercato con continuità di presidiare soprattutto la zona centrale del campo, dove agivano i tre uomini di maggiore qualità: Palumbo, Brunori e Pohjanpalo. Il Bari, però, è riuscito quasi sempre a schermare la costruzione avversaria adottando un atteggiamento conservativo: difficile tracciarlo con precisione sulla lavagna tattica, ma l’assetto somigliava a un 4-4-2, con Castrovilli e Sibilli pronti ad abbassarsi sulla linea dei centrocampisti e Darboe accanto a Moncini. Così i biancorossi hanno coperto bene il corridoio centrale – pur concedendo qualche varco quando la squadra di Inzaghi trovava giocate di classe – cercando al contempo equilibrio sulle corsie laterali. Proprio lì i siciliani hanno trovato più spazio: non a caso la maggior parte delle parate decisive di Cerofolini è arrivata da azioni nate quasi sempre sulla fascia mancina, sviluppate con penetrazioni palla al piede o con cross in area.
Per quanto riguarda la fase di costruzione del Bari, si possono distinguere almeno tre situazioni. La prima è quella che parte dal portiere, con la squadra che si abbassava per provare a creare spazi alle spalle del centrocampo: in questi frangenti i limiti biancorossi sono stati evidenti, e nell’arco della partita non sono emerse soluzioni realmente efficaci. Come si vede anche nell’azione in foto, la scelta si riduceva spesso al lancio lungo, ma nei duelli gli uomini di Caserta hanno faticato e sulle seconde palle sono stati quasi sempre i rosanero ad avere la meglio.
Tante volte, quando il Bari ha provato ad uscire dal basso, si è trovato in queste situazioni. Si vede bene come il difensore abbia ben poche soluzioni e sia costretto a lanci lunghi che si sono rivelati però quasi sempre imprecisi
Quando invece il Palermo concedeva più campo, anche il Bari cercava la superiorità numerica in zona centrale, con gli esterni offensivi che tendevano ad accentrarsi e i terzini a spingere sulle fasce. L’idea era quella di attirare la retroguardia siciliana in mezzo per poi allargare il gioco, anche abbassando Castrovilli per creare combinazioni con Dorval: un piano che, però, si è spesso scontrato con la mancanza di qualità nell’ultimo passaggio. Dove la squadra di Caserta è sembrata più efficace è stato invece nelle transizioni offensive. Quando riusciva a distendersi in ripartenza, grazie alle verticalizzazioni dei palleggiatori o a duelli vinti a centrocampo, il Bari dava sempre la sensazione di poter essere pericoloso. Ed è forse questo il vero equivoco di fondo: una squadra che, fin dal ritiro, ha dichiarato di voler costruire palla a terra, ma che in realtà sembra trovarsi più a suo agio in un abito tattico diverso, fatto di ripartenze rapide e verticalità.
In questa immagine si vede lo schieramento centrale del Bari descritto sopra e la contromossa in copertura del Palermo.
Se nella prima mezz’ora il Bari ha dato l’impressione di poter reggere il confronto, intorno al trentacinquesimo il Palermo ha preso in mano la partita, costringendo i biancorossi a schiacciarsi a ridosso della propria area. I rosanero hanno sfruttato con efficacia sia il corridoio centrale sia le corsie laterali, soprattutto sull’asse braccetto-centrocampista-esterno, mentre le contromosse di Caserta hanno finito per accentuare il problema: in alcune fasi Sibilli si è abbassato fino a fare il quinto di centrocampo, limitandosi quasi solo a compiti difensivi. Così i biancorossi hanno lasciato campo ai rosanero, che ha imposto una pressione costante e costruito azione dopo azione fino al gol. Nella ripresa la rete sembrava sempre nell’aria, nonostante una breve scossa data dagli ingressi di Gytkjaer e Pagano; alla lunga, a fare la differenza è stata la profondità della rosa, con entrambe le marcature firmate da giocatori subentrati.
Il Palermo ha alzato molto i braccetti, iniziato a lavorare sull’asse Ceccaroni-Ranocchia-Augello-Brunori e costretto il Bari a schiacciarsi per tutta la ripresa.
In una prova che lascia pochi segnali positivi e tante incognite sul futuro del Bari, l’aspetto più incoraggiante è stata la prova offerta da Castrovilli nel suo esordio dal primo minuto in biancorosso. Se Caserta dovrà lavorare in fretta per trovare una soluzione ai limiti che la sua squadra mostra in fase di possesso, la qualità del fantasista è imprescindibile. L’ex Fiorentina e Lazio non è ancora al 100%, ma quando tocca il pallone si vede che ha una sensibilità superiore alla media di categoria. È un aspetto al quale appigliarsi per provare a cercare una luce nel futuro, che già da sabato prossimo dovrà necessariamente provare ad essere più roseo. Un altro passo contro la Sampdoria, infatti, inizierebbe ad essere davvero preoccupante.
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