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·5 November 2025
💥 Pellegrini si sfoga: “Fischi all’Olimpico? Dette ca***te: io più arrabbiato di loro!”

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Lorenzo Pellegrini si è sfogato ai microfoni de Il Romanista. Di seguito le parole dell’ex capitano della Roma scavalcato nelle gerarchie da Cristante col nuovo metodo di Gasperini.
Roma – “La mia romanità è arrivare puntuale a ogni allenamento, fare gruppo quando le cose vanno male, allenarsi con 10 compagni anche quando non c’è allenamento come con Juric, mentre tutto il mondo intorno sparava cazzate, è amare la Roma a prescindere”-
Sfogo – “Sono state dette cazzate su di me, cose non solo inventate, ma il contrario di quello che è successo”.
Obiettivo – “Perché dovremmo precludere qualcosa? Siamo tutti i giorni qui, lavoriamo tanto per cercare di migliorarci e di far andare bene le cose. Il mister ci dice cose in cui io credo, ovvero che dobbiamo concentrarci sul campo. Col Milan abbiamo fatto 20 tiri in porta, 30 cross e zero gol. Sono quelle le cose in cui dobbiamo migliorare. Essere più cinici, tante volte, è anche un discorso di testa. Spesso ci si fissa: ‘Ora non entra…’. Invece no. Gasperini dice di migliorarci sulle cose in cui dobbiamo migliorare; tutto ciò che riguarda l’impegno, la dedizione, la determinazione. Nelle ultime cinque partite, anche il modo di giocare è cambiato in positivo. Poi, fra un po’ di tempo, ci daremo un obiettivo più concreto. Parlare adesso è anche un po’ inutile”.
Rapporto con il Gasp – “È la verità. Anche negli anni scorsi, quando io portavo la fascia la domenica, ho sempre detto che la fascia è di chi la porta tutti i giorni. Di chi non viene mai un minuto in ritardo a Trigoria, perché è una questione di rispetto verso se stessi e verso tutti i professionisti che sono qui. Di chi ha sempre un atteggiamento propositivo coi compagni. Di chi non si preoccupa solo di se stesso, ma del bene del gruppo. Questo per me è essere un capitano e quello che ho provato sempre a essere. Non solo quando avevo la fascia al braccio, è uguale oggi che non ce l’ho”.
Pensato di andare via? – “Ci ho pensato, ovviamente. E più che offerte, ci sono stati interessamenti. Ma comunque quell’infortunio è stato troppo determinante in quel momento. Ancora non mi allenavo con la squadra; ho fatto la prima panchina simbolica a Pisa, dopo essermi allenato una volta con gli altri. In più, sono uno a cui non piacciono le cose fatte all’ultimo: se devo fare una cosa, devo pensarci bene, essere convinto di ciò che faccio”.
Carattere introverso – “Mah, introverso… Sicuramente non sono uno “stupidino”. Per me la romanità non è essere stupidini o frivoli. Ma venire qui tutti i giorni, dare il 100%. Io non sarò mai Totti, non sarò mai De Rossi. Sono Pellegrini. Non darò mai anche solo l’1% in meno fino a quando sarò qui. Ma non parlo della domenica. Parlo di ciò che accade tutti i giorni qui, a Trigoria”.
Sogno da calciatore – “Il mio sogno adesso? (Ci pensa un po’, ndr). Il mio sogno è capire di che livello sono. Il mio sogno era giocare per la Roma e vincere con la Roma. Ho avuto la fortuna di realizzarlo, vincere è sempre un sogno, poi con questa maglia… Ma la mia romanità è amare la Roma a prescindere”.
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