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·25 November 2025
Spalletti Juve, Trevisani netto sul tecnico: «A Torino hanno fretta di crescere, ma non possiamo prendercela con chi è arrivato da un quarto d’ora»

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Il pareggio di Firenze ha lasciato la Juventus in una situazione di classifica ibrida e ha alimentato i primi mugugni sulla nuova gestione tecnica. Tuttavia, analizzare il momento dei bianconeri richiede equilibrio e una visione d’insieme che vada oltre il semplice risultato del campo. A intervenire nel dibattito, ospite negli studi di Sportmediaset, è stato il giornalista Riccardo Trevisani, che ha offerto una chiave di lettura interessante e protettiva nei confronti di Luciano Spalletti, sottolineando le difficoltà oggettive e contrattuali che il tecnico di Certaldo si trova ad affrontare dal suo arrivo alla Continassa.
Secondo l’opinionista, il peccato originale di questa fase non risiede nelle scelte dell’allenatore, ma nella natura stessa dell’accordo stipulato con la società. La Juventus, guidata dal nuovo AD Damien Comolli, ha offerto a Spalletti un orizzonte temporale limitato, e questo condiziona inevitabilmente il lavoro quotidiano e le prospettive di crescita della squadra.
CONTRATTO BREVE E FRETTA – «Avendo firmato un contratto da otto mesi, Spalletti non ha tempo di impostarla su un biennio, la Juve ha fretta di crescere subito ed è una situazione molto complicata perché il problema della Juve va avanti da molto tempo ma non possiamo prendercela con un allenatore che è arrivato da un quarto d’ora e ha fatto tre partite in corsa»
L’analisi di Trevisani scagiona di fatto l’allenatore dalle responsabilità principali delle recenti prestazioni altalenanti (i pareggi con Sporting, Torino e Fiorentina). Il giornalista evidenzia come i problemi della Vecchia Signora siano radicati nel tempo (“va avanti da molto tempo”) e non possano essere risolti con la bacchetta magica da chi è arrivato, metaforicamente, “da un quarto d’ora”.
La “fretta di crescere subito” è nemica della costruzione di un progetto solido. Spalletti si trova a dover gestire l’urgenza di risultati (come la vittoria obbligatoria contro il Bodo Glimt in Champions League) senza avere il tempo materiale per “impostarla su un biennio”, lavorando su una rosa che ha ereditato e che sta cercando di correggere in corsa con test tattici (come il 4-3-3) e recuperi lampo. Chiedergli di più in così poco tempo, secondo Trevisani, sarebbe ingiusto. La Juventus deve fare i conti con la sua storia recente, non con l’uomo che sta provando a cambiarla in pochi mesi.









































