Zanetti: "Un'altra sfida di altissimo livello, è fondamentale arrivarci al top" / VIDEO | OneFootball

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·26 September 2025

Zanetti: "Un'altra sfida di altissimo livello, è fondamentale arrivarci al top" / VIDEO

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Verona - Le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù Paolo Zanetti, rilasciate oggi all'antivigilia di Roma-Hellas Verona, match valido per la 5a giornata di Serie A Enilive 2025/26, in programma domenica 28 settembre alle ore 15, allo stadio 'Olimpico'.

Il calendario in questo inizio di stagione è molto impegnativo, e dopo la Juventus ci aspetta subito un’altra big. Che effetto le farà tornare a Roma dopo la gara con la Lazio? Che Roma si aspetta di trovare? Gagliardini e Valentini saranno della partita? “Gagliardini sarà a disposizione, mentre Valentini e Mosquera rientreranno la prossima settimana. Tornare a Roma è sicuramente uno stimolo, perché l’unica partita che abbiamo sbagliato è stata proprio quella con la Lazio, e adesso abbiamo l’occasione di riscattarci. Sappiamo però di affrontare una squadra in ottima forma, che già dallo scorso anno ottiene grandi risultati e che quest’anno, con Gasperini che conosciamo tutti, sta continuando sulla stessa strada. Dopo la partita con la Juve ci aspetta subito un’altra sfida di altissimo livello, in cui dobbiamo ripetere la prestazione di sabato”.


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Chi tra i giocatori che hai schierato in Coppa Italia può tornare utile a gara in corso? “Più di qualcuno. È stato un ottimo allenamento e abbiamo valutato anche i tempi di recupero dopo tanto tempo che non giocavano 90 minuti. Non nego che per quanto riguarda le scelte di formazione non ho grandissimi dubbi per questa partita. Rientra Gagliardini, che si giocherà il posto con Akpa Akpro. La gestione della settimana è stata chiara e ho visto crescere molti ragazzi: significa che stanno acquisendo una buona condizione atletica e questo ci permette di avere alternative valide anche a gara in corso”.

Negli ultimi incroci con le squadre di Gasperini non è andata benissimo: cosa avete imparato per affrontarle? “È vero, l’anno scorso è andata così, ma non siamo stati i soli: quando le squadre di Gasperini girano al massimo, non hanno rivali. Sono dei rulli compressori, e se non sei al 100% dal punto di vista mentale e fisico diventa complicato. Proprio per questo era fondamentale arrivare pronti a questa partita: serve giocare bene con la palla e senza, perché altrimenti diventa un problema. In questo momento stiamo bene e lo abbiamo dimostrato anche contro la Juve, che è una squadra con concetti simili a quelli di Gasperini. Abbiamo fatto vedere di potercela giocare, ma poi sarà il campo a parlare. La cosa più importante è arrivare al top”.

Nelle partite con Cremonese e Juventus sono arrivati complessivamente 34 tiri in porta ma un solo gol su rigore. In vista di una gara come quella contro la Roma, che è una squadra con qualità, bisognerà concretizzare di più.“Per vincere le partite bisogna fare gol. Quelle 34 situazioni vanno analizzate perché sono state azioni costruite palla a terra, con giocate individuali di qualità. È mancata un po’ di precisione: in alcuni casi i tiri sono usciti davvero di pochi centimetri. Le abbiamo riviste e sappiamo che è fondamentale continuare a lavorare così. Rispetto all’anno scorso, i nostri attaccanti stanno calciando molto di più: bisogna continuare a servirli perché hanno fame di gol e voglia di aiutare la squadra. Se continuiamo a costruire in questo modo, i gol arriveranno”.

Per quanto riguarda nello specifico la coppia d’attacco, Orban e Giovane, cosa chiede dal punto di vista dell’intesa e dell’efficacia nel lavorare tra di loro? “Stiamo lavorando molto su questo aspetto, e c’è margine per migliorare sulla loro complicità. In alcune situazioni sono stati forse un po’ troppo individualisti, ma lo considero un segnale positivo: significa che hanno voglia di dimostrare, e dagli attaccanti un po’ di egoismo è naturale, così come provare conclusioni anche dalla distanza. Quello che mi piace è che questa voglia di fare diventa contagiosa anche per il resto della squadra. Senza palla stanno facendo un lavoro straordinario, dando una mano enorme, mentre con la palla possono crescere ancora molto nel dialogo. Hanno velocità, tecnica e spunto: possono diventare davvero complementari. In settimana stanno provando a farlo e questo è un segnale molto positivo”.

In difesa sembra che adesso non si soffra più come prima. C’è più tranquillità e si lavora meglio. Cosa è cambiato?“È cambiato soprattutto il lavoro di squadra. Tranne che con la Lazio, fin qui abbiamo dato segnali di solidità. E la solidità nasce dal collettivo: a questi livelli ci sono pochi difensori che possono reggere da soli l’uno contro uno in campo aperto, per questo bisogna essere sempre insieme, sia quando attacchiamo che quando difensiamo. Il lavoro parte dagli attaccanti, e i nostri centrocampisti rispetto all’anno scorso stanno lavorando meglio nella pressione e nei tempi, e questo ci permette di difendere più compatti. Dietro, a livello individuale, abbiamo giocatori di qualità che devono mettersi alla prova contro grandi attaccanti, come è stato con la Juve e come sarà con la Roma, che ha giocatori nel reparto avanzato e quinti molto offensivi che creano sempre superiorità numerica. Sarà un ennesimo esame per confermare questa crescita. La cosa importante è che i ragazzi abbiano capito in fretta cosa chiedo in fase difensiva: la loro predisposizione ad ascoltare è fondamentale”.

Perché battete il calcio d’inizio in quel modo particolare? “Non lo avevamo preparato in allenamento: è stata un’iniziativa di Orban, che ha voluto dare subito un messaggio alla squadra, cioè andare a prenderli alti. È un’idea che aveva visto da Luis Enrique al PSG, e in quel momento ha sentito di proporla. A me e ai compagni è piaciuto molto: dimostra che è un leader e che sa prendere iniziative per il bene del gruppo. Ben vengano questi segnali”.

I dati di corsa complessivi mostrano una netta differenza rispetto alla scorsa stagione. È un aspetto su cui avete lavorato in modo specifico? “Sì, sono dati che osserviamo anche noi. Il lavoro parte da lontano, perché i giocatori quest’anno si sono presentati molto bene già dal ritiro: durante le vacanze avevamo dato loro un programma preciso da seguire, sono stati monitorati costantemente ed è stato come se non ci fossimo mai realmente fermati. Questo ci ha permesso di accorciare i tempi, lavorando subito sulla velocità e con maggiore intensità. Nelle ultime partite la squadra si sta esprimendo bene sul piano della corsa, sia per le caratteristiche individuali, sia perché la condizione cresce settimana dopo settimana. Il problema iniziale era trovare un’omogeneità di condizione generale, e ora ci stiamo avvicinando anche a questo traguardo. Per me è fondamentale poter attingere all’intera rosa, perché nel corso della stagione ci sarà spazio per tutti: portare il gruppo nella sua totalità al massimo della forma è un obiettivo importante”.

Come stanno Harroui e Oyegoke? “Oyegoke ha bisogno ancora di circa una settimana, mentre per Harroui penso che rientrerà dopo la sosta. I più vicini al rientro sono invece Valentini e Mosquera”.

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