Inter Milan
·4 de octubre de 2025
158 volte Lautaro, raggiunto Cevenini al quinto posto: la storia di "Zizì"

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·4 de octubre de 2025
Non smette mai di incantare Lautaro Martinez: con il gol contro la Cremonese il capitano nerazzurro ha scritto un’altra pagina della sua meravigliosa storia con l’Inter, diventando il quinto miglior marcatore all-time del Club. 158 gol, 158 come quelli messi a segno da un personaggio straordinario, la cui storia si perde nel tempo fino a mescolarsi con la leggenda, un personaggio che oggi la famiglia nerazzurra è chiamata a riscoprire: Luigi Cevenini.
aggiornata al 4 ottobre 2025
Lautaro come Cevenini, il Toro come Zizì: un nome che da sempre è presente nella storia nerazzurra, fin dalle origini del Club, che spesso abbiamo letto scorrendo le classifiche e rileggendo le rose delle prime Inter vincenti. La sua vita è profondamente intrisa di nerazzurro, uno dei primi giocatori a rendere il proprio nome immortale nel libro dei ricordi interisti: chi era però Luigi Cevenini, o Cevenini III come viene riportato dagli almanacchi?
Nato a Milano il 13 marzo 1895, Luigi non era solo un calciatore: era un vero e proprio personaggio, un pioniere in grado di tracciare sentieri in luoghi inesplorati, diventato inconsapevolmente simbolo di un popolo. Cevenini inizia a giocare a calcio con il Milan, ma passa subito all’Inter nel 1912: per tre anni gioca con la maglia nerazzurra, dimostrando classe e fantasia impareggiabili. Cevenini è una mezzala sinistra dal dribbling ubriacante, imprendibile funambolo con un innato senso del gol.
In campo stordisce gli avversari con la sua tecnica e la sua parlantina sciolta: da qui viene il soprannome Zizì, un po’ diminutivo di Luigi e un po’ per richiamare il ronzio incessante delle zanzare. Spavaldo, coraggioso e sicuro di sé: in campo niente e nessuno può fermare Cevenini, che inizia ad essere conosciuto anche con un altro soprannome, che caratterizzerà per sempre la storia dell’Inter, “bauscia”.
La prima parte della sua vita interista si interrompe improvvisamente nel 1915, con lo scoppio della Grande Guerra: la Storia che interviene nella storia di Cevenini e dell’Inter, un avvenimento che ferma il calcio e spezza milioni di vite, come quella di Virgilio Fossati, storico capitano dell’Inter e grande amico di Zizì.
Nel 1919 l’Italia riparte e così anche il mondo del calcio, diventato simbolo di speranza e rinascita: Cevenini è la stella più luminosa, l’idolo di tifosi e giovani che cercano una nuova felicità. Nel 1919/20 vince da protagonista il secondo Scudetto della storia nerazzurra, trascinatore insieme a Leopoldo Conti, fantastica ala destra arrivato all’Inter dopo essere stato “rapito” da alcuni amici che non volevano giocasse per il Milan. Zizì è il “professore”, sempre disponibile ad aiutare i più giovani con i suoi consigli, ma molto severo con chi non lo ascoltava.
Le cronache lo ricordano spesso come Cevenini III, perché era il terzo di cinque fratelli calciatori: Aldo, Mario, Luigi, Cesare e Carlo scesero in campo tutti insieme con l’Inter in un derby del 30 gennaio 1921, terminato 1-1, con gol segnato ovviamente da Zizì.
Nel 1921/22 Luigi vince anche il campionato FIGC con la Novese, in una stagione fatta da due tornei spezzati (la Prima Divisione CCI venne vinta dalla Pro Vercelli). Dopo un anno torna all’Inter per l’ultima parte della sua carriera nerazzurra: rimane fino al 1927, continuando a stupire pubblico e compagni, arrivando a collezionare complessivamente 158 gol in 190 presenze. Luigi gioca anche 29 volte con la Nazionale italiana, di cui è capitano in sette occasioni: le fonti parlano anche di 11 o 7 gol segnati con l’Italia.
Personaggio istrionico e meraviglioso a metà tra storia e mito: leggende raccontano che Zizì entrava in campo con una sigaretta nascosta nei pantaloncini o nei risvolti della maglia, che spesso era protagonista di battibecchi accesi in campo e perfino di partite sospese per manifesta superiorità. Nel 1924, Cevenini compì il gesto che più di ogni altro racconta il suo carattere: senza avvisare nessuno, partì per l’Inghilterra alla ricerca di fortuna e sfide. Giocò con la squadra riserve del Plymouth Argyle, suscitando l’interesse dei manager inglesi. Tuttavia, i rigidi metodi di allenamento non facevano per lui: come raccontò il suo compagno Fulvio Bernardini tornò a Milano con una frase memorabile: “Nebbia per nebbia, mi preferissi quela de ca’ mia”.
Cevenini gioca poi con la Juventus per chiudere infine oltre i quarant’anni passando per diverse squadre minori. Il suo cuore e la sua anima però rimarranno per sempre a fortissime tinte nerazzurre: ai suoi amici di Villa Guardia, dove visse in provincia di Como fino alla morte avvenuta nel 1968 diceva: “La sensazione che ti dà giocare nell’Inter è qualcosa di paradisiaco che non è descrivibile. I colori di quella maglia li ho cuciti sulla pelle e credo che mi terranno vivo anche quando, dimenticato da tutti, giacerò nella tomba”.
È andata proprio così: Luigi Cevenini, o Zizì, o Cevenini III è sempre con noi e oggi rivive in un attaccante venuto dall’Argentina che l’ha raggiunto a quota 158 gol con la maglia della sua Inter.