PianetaSerieB
·5 de noviembre de 2024
In partnership with
Yahoo sportsPianetaSerieB
·5 de noviembre de 2024
Il Bari persevera nella continuità: sarebbe un’ottima notizia, se non si trattasse che si parla di un filotto senza fine di pareggi, che pongono i Galletti a metà classifica a 14 punti. Il percorso è lungo, per carità, ma la sensazione è che si potesse e si possa fare di più.
La pensa allo stesso modo anche Amedeo Mangone, ex calciatore passato a Bari a metà degli anni ’90. Secondo il classe 1968, i biancorossi avrebbero tutte le carte in regola per conquistare la promozione in Serie A già da quest’anno. Di seguito le dichiarazioni integrali, riprese da TuttoBari.com.
SERIE B – “Seguo con interesse il Bari, dopo i tre anni passati che mi hanno dato grande soddisfazione, e più in generale la Serie B. Il Pisa e il Sassuolo, ossia le favorite, stanno mantenendo il pronostico, poi vi sono outsider come il Brescia che sta facendo bene. Il campionato è lungo e ci sarà tempo per tutte le squadre di proporsi in Serie A o per salvarsi”.
BARI – “Il Bari viene dalla particolare annata scorsa. Hanno dovuto rimettere in piedi il sistema, cambiando allenatore, modulo e giocatori. La squadra mi sembra comunque in salute, detto che la piazza vuole naturalmente salire direttamente. Io credo che sia il Bari sia stato allestito per lottare per un posto in Serie A, playoff o primi due posti non so. Magari non subito quest’anno, ma se la programmazione è biennale allora mi aspetto anche degli investimenti o qualche sforzo a gennaio, per rimettere a posto le lacune di questa prima metà di campionato”.
LONGO – “Per me gli allenatori sono sempre giusti. Sono tutti bravi, bisogna capire se si trova l’alchimia giusta con l’ambiente e con la squadra. Ogni tecnico ha come prerogativa la vittoria e mi auguro che Longo possa essere quello giusto, perché vorrebbe dire dare una continuità mancata lo scorso anno”.
ROSA – “A me piace tantissimo Lasagna. Trovo si sia ambientato molto bene, è un giocatore di qualità, che ha fatto la Serie A. È un valore aggiunto. Poi ci sono tanti altri bravi, la rosa è competitiva. Qualche giovane ha bisogno un po’ più di tempo per crescere ed i veterani devono dare la loro mano, oltre che dimostrare di poter giocare ad alti livelli”.