Brambilla: «Un punto sarebbe stato importante, sul rigore il braccio era attaccato… Rouhi ha bisogno di minuti nelle gambe, un piacere il gol di Adzic» | OneFootball

Brambilla parla in conferenza stampa dopo la sconfitta della Juventus Next Gen contro l’Arezzo: le dichiarazioni

(Marco Baridon, inviato allo Stadio Moccagatta di Alessandria) – La Juventus Next Gen perde contro l’Arezzo con un rigore segnato all’ultimo minuto che ha ribaltato il match. Le parole di mister Brambilla in conferenza stampa.

ANALISI – «Abbiamo approcciato bene la partita, i ragazzi hanno fatto bene le cose che abbiamo provato. Poi è normale che loro abbiano avuto una reazione, abbiamo perso lucidità nel pareggio e ci siamo dovuti difendere. Il rammarico arriva nel minuto e mezzo, in cui potevamo chiuderla ma è arrivato quel rigore rocambolesco. Un punto era importante, ce lo meritavamo anche. Prendere gol in questo modo qua brucia un po’».

INIZIO DI STAGIONE MIGLIORE RISPETTO AGLI ALTRI ANNI – «Siamo più solidi, più maturi, approcciamo molto meglio le partite, questo è lampante. Abbiamo tantissimi margini di crescita, queste partite vanno gestito meglio, commettiamo leggerezza».

ROUHI – «Ha bisogno di mettere minuti nelle gambe, lo abbiamo accolto volentieri. È cresciuto con noi e lo abbiamo accolto bene».

ADZIC – «Vedere un ragazzo che l’anno scorso ha fatto tante partite con noi decidere un match del genere è sicuramente un piacere».

AUTOGOL PEDRO FELIPE – «Lui ha palla coperta davanti dall’attaccante loro, se la ritrova lì nell’immediatezza ed è un qualcosa che succede. Sono gol evitabili, si poteva fare meglio. Sono quelle famose letture delle situazioni che ancora non abbiamo. Perdere quel pallone lì sanguinoso, poi da lì succedere la rete… Purtroppo l’abbiamo pagata cara».

FVS – «Strumento utile, va ancora provato, si sta provando. In alcune situazioni è utile, a volte si chiama un po’ troppo. È difficile poi per gli arbitri andare a vedere sullo schermo episodi con poche telecamere che decidono il match. Anche il rigore è dubbio, aveva il braccio attaccato».