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·10 de octubre de 2025

Cairo racconta: "Con il Torino vent'anni di passione". Poi ritorna su cessione e contestazione

Imagen del artículo:Cairo racconta: "Con il Torino vent'anni di passione". Poi ritorna su cessione e contestazione

Il presidente del Torino Urbano Cairo si è raccontato ad Aldo Cazzullo durante un incontro al Festival di Trento. Ecco le sue parole riportate da La Gazzetta dello Sport.

Il bilancio dei vent'anni di presidenza

Il bilancio di questi vent’anni è positivo, molto positivo, mi sono divertito. Come in tutte le attività, durante questi vent’anni ci sono stati momenti in cui le cose sono andate bene, altri meno bene. Sono stati vent’anni di passione. Io l’ho fatto volentieri e lo rifarei

Cairo sulla cessione del Torino

Non rimarrò al Toro a vita, l’ho detto già molte volte. Ma ci dev’essere qualcuno che si candidi e che dia delle garanzie per permettere al Toro di fare buone cose e per evitare che poi lo sfrutti pure. E’ una cosa molto delicata. Al momento non ho ricevuto offerte, ho dato disponibilità a vendere il Toro ma al momento non ho una proposta e non posso dire che stiamo trattando per vendere il Toro. Non ho trattative perché non ho offerte.

Qualche retroscena

Pensavo già al Toro nel ’99, ma non arrivammo mai a parlarci all’epoca. Invece una squadra che guardai in quegli anni fu il Genoa, prima del Toro, mi portarono anche dal presidente dell’epoca ma non ci mettemmo d’accordo. Poi nel 2005 il sindaco di Torino, Chiamparino, mi chiamò e io diedi la mia disponibilità. In quel momento a Torino nessuno si fece vivo: probabilmente il sindaco chiamò me anche perché non c’era nessun altro.

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Urbano Cairo

Il rapporto con i tifosi del Toro

Al Toro mi sono sempre comportato nella gestione come se i tifosi fossero tutti a mio favore. Non ho mai, nemmeno per un momento, dubitato se un investimento andava fatto perché ero contestato. Ero sempre sicuro che le cose andavano fatte per il bene della squadra. Ci sono quelli che mi contestano, ma c’è tantissima gente che quando mi vede mi chiede un selfie. C’è tanta gente che mi scrive 'vai avanti, non mollare, se non arrivavi tu chissà dove saremmo'. Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce

Il bilancio

Ad oggi nel Toro, di tasca mia, ho messo la bellezza di 72 milioni. Gli incassi da plusvalenze e diritti tv sono serviti a pagare i costi. Quello che conta è quanto ho messo nella cassa. Nel 2005, ad esempio, la prima cosa che ho fatto è stato aumentare il capitale sociale da 200.000 euro a 10 milioni di euro perché c’era bisogno di fare il calcio mercato, dal momento che il Toro che ho preso nel 2005 aveva 8 giocatori esperti, e il più bravo era Oscar Brevi che aveva 38 anni.

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