Calcionews24
·16 de septiembre de 2025
Champions League, Benitez sulle italiane: «Atalanta un’incognita. Napoli? De Laurentiis ha investito in maniera intelligente. Su Juve e Inter…»

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·16 de septiembre de 2025
C’è chi la Champions League l’ha solo sfiorata, chi l’ha sognata e chi, come Rafa Benítez, l’ha fatta sua, più volte. L’allenatore spagnolo, stratega e tattico sopraffino, è un vero e proprio “Re di Coppe”, capace di scolpire il suo nome nella storia del calcio europeo con imprese memorabili. Dall’indimenticabile trionfo di Istanbul con il Liverpool alla vittoria con l’Inter nella Coppa del Mondo per Club, la competizione più prestigiosa d’Europa ha sempre rappresentato il palcoscenico ideale per le sue doti manageriali. Oggi, con la saggezza di chi ha vissuto quelle emozioni in prima persona, Rafa Benítez torna a raccontare il suo calcio, e in particolare la “sua” Champions League, dalle colonne de La Gazzetta dello Sport in veste di opinionista.
LE PROSPETTIVE DELLE ITALIANE – «De Laurentiis ha investito in maniera intelligente e massiccia e con Conte ha aperto un ciclo che ora viene esaminato in Europa: non sarà semplice riuscire ad essere sempre competitivi sui due fronti ma lo spessore dell’allenatore aiuterà. L’Atalanta è un’incognita, a me piace il modo in cui nel tempo è stato costruito questo capolavoro. Chivu deve fronteggiare una situazione strana, frutto di tanti piccoli micro-traumi: per un po’, l’Inter si è portato appresso la sconfitta di Parigi, che ora non penso abbia più incidenza. Però bisogna intervenire e subito e per farlo, il tecnico ha bisogno del sostegno dei Lautaro e dei Barella, dei Sommer e dei Thuram. E la Juve qualche indicazione l’ha già data, la vittoria di sabato è un segnale fortissimo a se stessa ma anche alle altre»COSA SI ASPETTA DI NUOVO – «Un calcio sempre più affascinante, la ricerca della giocata ma evitando le esasperazioni di una costruzione dal basso ossessionante. La Champions con questa nuova formula arricchisce il coraggio di arricchirsi. Nelle analisi fatte per l’Uefa abbiamo notato che è aumentata la pressione offensiva e sempre più squadre giocano lungo per evitarlo. Si va tanto “uomo contro uomo”, si pressa alto, si gioca tra le linee per arrivare al tiro. In Europa, si attacca in profondità, si sviluppa il contropiede»