Calcionews24
·10 de octubre de 2025
Fagioli svela: «Con un cartellino giallo avrei ripianato i debiti di gioco. Non ho accettato però, era contrario alla mia etica»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·10 de octubre de 2025
«È vero che esistono le scommesse sui falli e le ammonizioni. È vero che a me è stato proposto, ma io assolutamente non ho accettato perché contrario alla mia etica… Quando ho maturato il debito mi è stato proposto un piano di rientro o un’alternativa, potevo prendere un giallo … ho subito interrotto il discorso». Con queste parole, nell’ottobre 2023, Nicolò Fagioli, ex centrocampista della Juventus e della Nazionale italiana, ha ammesso davanti alla Procura di Torino la propria dipendenza dal gioco d’azzardo.
Il giovane talento bianconero, classe 2001, ha raccontato di aver scommesso per oltre un anno, accumulando perdite e debiti con i gestori delle piattaforme illegali. Le sue dichiarazioni hanno dato impulso alla maxi-inchiesta coordinata dal pm Manuela Pedrotta, con il supporto della Squadra Mobile e del Sisco di Torino.
Dalle indagini sono emersi altri nomi di rilievo del calcio italiano. Tra questi Sandro Tonali, centrocampista ex Milan, e Nicolò Zaniolo, attaccante con un passato alla Roma e ora in Serie A Spunta anche Nicolò Pirlo, figlio dell’ex campione Andrea. Ma non si tratta di casi isolati: gli investigatori hanno individuato decine di scommettitori anonimi, le cui posizioni sono state al momento stralciate e che rischiano soltanto una multa.
Dopo i provvedimenti giudiziari eseguiti a Milano nella primavera scorsa, l’inchiesta ha portato a individuare la base operativa in Piemonte. A Trofarello, dietro l’insegna di una sala scommesse apparentemente legale, si nascondeva una bisca clandestina online.
Sono state eseguite due misure cautelari con obbligo di firma nei confronti dei presunti vertici dell’organizzazione: Stefano Larica, 40 anni, e Michela Tartaglione, 37. Insieme ad altri tredici complici, sono accusati di associazione a delinquere, esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, frode sportiva, autoriciclaggio e omesso versamento delle imposte.
Dagli atti emerge un’organizzazione verticistica: Larica e Tartaglione erano i “master”, seguiti dal “personal joker”, coordinatore di una rete di rappresentanti e agenzie virtuali incaricate di gestire il portafoglio clienti. Le piattaforme, con nomi come Betart.Bet o Special.Bet, imitavano quelle ufficiali, garantendo anonimato e credito agli scommettitori.
«Ho iniziato nel 2022, potevo farlo senza spendere il nome», ha spiegato Pirlo agli inquirenti. Le rivelazioni dei calciatori coincidono con i documenti sequestrati e le intercettazioni. «Io non faccio scommesse — spiega il titolare di un’agenzia virtuale al proprio personal joker — io… creo crediti con la gente che mi paga e il lavoro vero è recuperare i soldi». In un’altra conversazione, un agente sottolinea: «È un lavoro, non è un gioco».
Il caso Fagioli e l’inchiesta torinese mettono in luce un sistema illecito capace di muovere centinaia di migliaia di euro, con gravi ripercussioni sul mondo del calcio. Una vicenda che solleva interrogativi sulla vulnerabilità dei giovani atleti e sulla necessità di controlli più stringenti contro le scommesse illegali. Lo riporta il Corriere Torino.