Calcio e Finanza
·30 de septiembre de 2025
Il sindaco Sala: «San Siro? Contava il risultato. Mi auguro non ci siano nuove inchieste»

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·30 de septiembre de 2025
La votazione favorevole della delibera di vendita a Inter e Milan dello stadio San Siro e delle aree limitrofe è stata accolta con soddisfazione dai club, dalla amministrazione comunale di Milano, anche se non nella sua totalità e dal sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala.
Una votazione lunga e sofferta, visto che i voti favorevoli (24) sono bastati solamente per l’abbandono dell’aula della quasi totalità dei consiglieri di Forza Italia (cosa che ha fatto nascere anche delle polemiche fra la stessa opposizione di centrodestra durante la discussione in Aula), ma il sindaco guarda avanti.
«Io in certi momenti voglio essere anche un pochino cinico, conta il risultato – ha ammesso Sala –. Tra poco tempo ci si dimenticherà dei 24 voti e tutti metteremo la testa sul progetto del nuovo stadio. Quindi da questo punto di vista non è una cosa che mi preoccupa».
Sulle prossime tappe: «Va fatto l’atto notarile, non è che con ieri abbiamo risolto le cose. Si metteranno al lavoro avvocati e notai e speriamo di completare in fretta, tendenzialmente entro il 10 novembre». Ma prima Inter e Milan dovranno recepire quanto approvato dal Consiglio comunale in delibera, quindi anche la riduzione del contributo alle spese da 36 a 22 milioni di euro. Il prezzo di vendita di stadio e aree è di 197 milioni di euro, una volta firmato l’atto di acquisto i club verseranno una prima rata al Comune di 73 milioni.
Per quanto riguarda la costruzione la prima fase sarà avviata dal 2027, con la realizzazione del nuovo stadio da 71.500 posti che dovrebbe essere pronto a partire dal 2031, quando partiranno i lavori di parziale demolizione di San Siro, di cui rimarrà solo una piccola parte. Tra il 2032 e il 2035 partirà il percorso di rifunzionalizzazione dell’area del Meazza con la realizzazione delle altre opere.
Su eventuali inchieste e ricorsi: «Non lo posso dire e non lo so, mi auguro di no. Non ne vedrei i motivi, ma stiamo a vedere. Le carte le abbiamo guardate e riguardate, abbiamo messo grandi professionisti a lavorarci, tutte persone che conosco da tanti anni. Poi tutto ci può stare, però è chiaro che nessuno di noi ha voglia di prendersi i rischi, sono anche verso la fine. Ricorsi? Può essere che ci saranno ma siamo pronti a gestirli. Credo che abbiamo fatto tutto per bene. La cosa che non va bene è che qualcuno anche volutamente diffonda notizie non corrette rispetto ad alcuni temi, come il prezzo della vendita».
«Escludo un rimpasto di giunta – ha dichiarato Sala sul futuro politico di Milano –. Io al momento non devo rinunciare a un assessore, ne abbiamo uno che manca. È chiaro che per certo qualcuno entrerà ma non penso a grandi rimpasti. La vicesindaca Scavuzzo ancora con la delegata alla Rigenerazione Urbana? Non ne abbiamo ancora parlato, ma il mio auspicio è che lei continui. Abbiamo fatto un corso accelerato, ha gestito molto bene questa cosa e secondo me è per lei anche un’occasione politica per mostrare le sue capacità. Non vedo perché non debba continuare, ma deve avere voglia di farlo».
«Non necessariamente poi entrerà un assessore in quota Pd, anzi, da dialoghi con il segretario cittadino mi ha detto che loro non chiedono un assessore, quindi vediamo – ha spiegato Sala –. Le opposizioni? Io tendo a vedere quelli che stanno dall’altra parte politica come avversari, non come nemici. Non mi scandalizzo se Forza Italia partecipa ad un percorso del genere sullo stadio. Dico di più, ci sono tante materie su cui bisognerebbe avere la capacità di lavorare di più insieme, che non vuol dire che politicamente debba cambiare nulla rispetto agli attuali schieramenti. Ad esempio quello dell’urbanistica è un tema che si può risolvere se si lavora a Milano, o a Roma, siamo andati tutti oltre al Salva Milano ma che manchi una legge nuova che regola l’urbanistica in Italia è altrettanto vero. Ci sono cose su cui bisognerebbe unirsi e non separarsi».
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