Juventusnews24
·15 de noviembre de 2025
Koopmeiners punzecchiato per il nuovo ruolo da braccetto sinistro: «Non si compra un Van Gogh per arredare il ripostiglio». La critica per l’esperimento di Spalletti!

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La “cura Spalletti” è iniziata con una mossa a sorpresa, figlia dell’emergenza ma anche dell’intuizione: Teun Koopmeiners schierato come “braccetto” di sinistra nella difesa a tre. Una soluzione che ha permesso alla Juventus di tamponare l’emorragia difensiva (out Bremer, Cabal e Kelly) nelle recenti sfide contro Cremonese, Torino e Sporting Lisbona, ma che continua a dividere la critica. A intervenire sul tema, con una metafora artistica e tagliente, è stato il giornalista Luigi Garlando sulle colonne di Sportweek.
Rispondendo alle perplessità di un lettore, la storica firma della Gazzetta ha utilizzato un paragone pittorico per bocciare l’idea di un Koopmeiners difensore a lungo termine. «Non si compra un Van Gogh, tanto per parlare di olandesi, per arredare il ripostiglio», ha scritto Garlando.
Il riferimento è chiarissimo: il centrocampista olandese classe 1998 è stato l’investimento principe della scorsa estate bianconera (60 milioni), prelevato dall’Atalanta per essere il faro offensivo, il “tuttocampista dominante” capace di garantire gol e assist, non un semplice regista arretrato. «Un Van Gogh arreda la casa da solo, la illumina, deve stare al centro della sala», ha insistito il giornalista.
L’analisi prosegue sul rapporto costi-benefici. «Non si spendono 60 milioni per un difensore che sta in un angolino del campo e passa la palla a Locatelli», ha sentenziato Garlando.
Tuttavia, c’è un’apertura alla strategia di Luciano Spalletti. Se questa mossa è una terapia d’urto momentanea, una «fase di passaggio per restituirgli sicurezza» dopo i mesi bui della gestione Tudor, allora può essere accettata come male minore.
La conclusione, però, è un monito per il futuro tattico della Vecchia Signora: «Prima o poi bisognerà spostare il quadro dal ripostiglio». Spalletti è avvisato: l’emergenza può giustificare l’esperimento, ma la Juve ha bisogno che il suo “Van Gogh” torni a splendere sulla trequarti, lì dove si decidono le partite.









































