Juventusnews24
·11 de octubre de 2025
Kostic manda segnali incoraggianti con la Serbia: prova da non sottovalutare per l’esterno della Juve, quei numeri sono molto interessanti

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·11 de octubre de 2025
In una notte da dimenticare per la Serbia e per il suo compagno di squadra Dusan Vlahovic, la prestazione di Filip Kostic è stata quella di un instancabile motore che ha provato in tutti i modi a scardinare il muro dell’Albania. L’esterno della Juventus è rimasto in campo per tutti i 90 minuti, ma il suo enorme sforzo non è bastato a evitare una sconfitta pesantissima.
I numeri della sua partita raccontano di un giocatore a cui è stato affidato il totale peso della manovra offensiva. Kostic è stato il punto di riferimento costante della sua squadra, come dimostrano i 14 cross tentati, un volume di gioco enorme che testimonia la sua centralità nel sistema di Stojkovic. La sua generosità ha prodotto l’unica grande occasione da rete creata dalla Serbia e ben tre passaggi chiave, a conferma della sua capacità di essere sempre pericoloso.
A questo si aggiunge un contributo difensivo non trascurabile, con 5 chiusure e 5 recuperi palla, e la freddezza nel non commettere errori banali in fase di possesso (un solo tocco fallito su 66).
Tuttavia, la sua è stata una prestazione a due facce, una classica “croce e delizia”. A fronte di una mole di gioco così imponente, infatti, spicca il dato negativo dei 20 palloni persi, un numero altissimo che è il rovescio della medaglia del suo stile di gioco sempre propenso al rischio.
Anche sul piano fisico, l’esterno serbo classe 1992 ha faticato a imporsi. Ha infatti vinto solo 3 dei 7 duelli a terra ingaggiati ed è stato superato in dribbling in due occasioni, faticando a contenere le ripartenze dell’Albania.
La sua è stata dunque una partita di enorme sacrificio e di grande iniziativa, ma anche di imprecisione. Un leader che ha provato a caricarsi la squadra sulle spalle, ma che non è riuscito, da solo, a cambiare il destino di una serata storta. Dopo la prossima partita tornerà a Torino, dove Igor Tudor spera di poter incanalare la sua inesauribile spinta in un contesto di squadra più efficace.