Marchisio chiede pazienza: «Troppi cambiamenti ma bisognerebbe stare più calmi sui giudizi. Ricordo che la mia Juve…» | OneFootball

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·13 de octubre de 2025

Marchisio chiede pazienza: «Troppi cambiamenti ma bisognerebbe stare più calmi sui giudizi. Ricordo che la mia Juve…»

Imagen del artículo:Marchisio chiede pazienza: «Troppi cambiamenti ma bisognerebbe stare più calmi sui giudizi. Ricordo che la mia Juve…»

Marchisio, l’ex centrocampista chiede calma e pazienza: l’attuale squadra ha bisogno di stabilità per tornare a vincere, proprio come la sua

Una lezione di storia, un richiamo alla calma e un invito alla pazienza. Claudio Marchisio, bandiera e cuore della Juventus per una vita, è intervenuto per analizzare il momento della sua ex squadra. In una lunga intervista concessa a La Stampa, il “Principino” ha difeso il nuovo corso bianconero, ricordando a tutti che per costruire una squadra vincente serve tempo, proprio come successe alla sua, leggendaria Juve.

Marchisio: il paragone con il passato

L’analisi dell’ex centrocampista parte da una constatazione chiara: la Vecchia Signora di oggi è una squadra che ha vissuto troppi stravolgimenti e che, per questo, ha bisogno di stabilità. Per spiegare il suo punto di vista, ha utilizzato un paragone forte con l’inizio del ciclo vincente di cui fu protagonista.


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LA LEZIONE DELLA STORIA – «La Juve? Ci sono stati troppo cambiamenti: a livello societario, di giocatori e di allenatore. Una squadra vincente non la costruisci in sei mesi, in un anno. Prima di iniziare a vincere, la “mia” Juve era reduce da due settimi posti. Nel gruppo c’erano sei, sette undicesimi di giocatori sul mercato perché c’era bisogno di fare cassa o perché si diceva non fossero “da Juve”. Poi però son rimasti e hanno fatto la storia del calcio. Sui giudizi bisognerebbe stare più calmi».

Le parole di Marchisio sono un monito potentissimo per tutto l’ambiente bianconero. L’ex numero 8 ricorda a tutti che la sua Juve, quella dei record, era reduce da due settimi posti consecutivi, un periodo buio da cui seppe rialzarsi con la programmazione e la pazienza.

Il passaggio più significativo è quello in cui ricorda come tanti dei suoi compagni, futuri campioni e leggende del club, all’inizio di quel ciclo fossero sul mercato, considerati cedibili o non “da Juve”. Un retroscena che oggi suona quasi incredibile, ma che fotografa alla perfezione quanto i giudizi affrettati possano essere sbagliati.

Ecco perché la sua chiosa finale è un appello accorato: «Sui giudizi bisognerebbe stare più calmi». Un invito a tutto il mondo Juve, dai tifosi ai media, a dare tempo alla squadra di Igor Tudor, a sostenere il progetto e a non lasciarsi abbattere dalle prime difficoltà. Per tornare a vincere, serve stabilità: la lezione del “Principino” è chiara.

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