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·6 de octubre de 2025
Napoli, De Bruyne ancora trascinatore: Conte si rialza con il suo leader tecnico

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Prima le sostituzioni discusse in Champions League contro il Manchester City e poi quella nel big match di San Siro contro il Milan — due gare, due sconfitte, e un interrogativo che aleggia sull’ambiente azzurro: che succede tra Antonio Conte e Kevin De Bruyne?
Il talento belga, arrivato come simbolo del nuovo corso partenopeo, sembra non essere il vero centro di gravità permanente del suo allenatore. La conferma è arrivata anche contro il Genoa, dove il numero 17 ha iniziato dalla panchina.
Conte: “Va gestito”. Ma De Bruyne cambia la partita
Nel dopogara del “Maradona”, Antonio Conte ha spiegato così la scelta: “Va gestito”, ha detto il tecnico salentino, lasciando intendere una gestione fisica e mentale del campione.
Ma la sensazione è che più che “gestito”, De Bruyne andrebbe utilizzato, perché non è un lusso in panchina, ma uno spreco non averlo in campo. Al suo ingresso, al minuto 50 con il Napoli sotto 0-1, infatti la partita ha cambiato volto.
L’impatto sul match: leadership, visione e ritmo
Entrato con personalità, De Bruyne ha immediatamente preso in mano la regia del gioco. Ha dettato i tempi, ha abbassato i ritmi quando serviva, ha recuperato palloni e — soprattutto — ha dato senso e direzione al possesso palla azzurro.
In pochi minuti ha mandato in confusione la retroguardia del Genoa, servendo assist, calciando in porta e dettando linee di passaggio impossibili da leggere per gli avversari. È lui a orchestrare la remuntada che porta il Napoli dal baratro dello 0-1 alla vittoria finale.
Un ingresso che ha ricordato a tutti — pubblico, compagni e avversari — chi è il vero leader tecnico di questa squadra.
Napoli, un equilibrio da ritrovare tra gerarchie e necessità
Il tema non è nuovo: Conte chiede intensità, pressing e coperture preventive. De Bruyne offre invece qualità, visione e tempi di gioco. Due mondi calcistici diversi, che devono imparare a convivere se il Napoli vuole restare competitivo su tre fronti.
Il belga non può essere solo un’arma da gestione. Con lui in campo, il Napoli cambia ritmo, diventa più imprevedibile e, soprattutto, più pericoloso negli ultimi trenta metri.
Il segnale del Maradona
Quando De Bruyne è entrato, lo stadio ha reagito con un boato. Un segnale chiaro, quasi una richiesta del pubblico: vedere il proprio fuoriclasse protagonista e non comparsa. E la risposta del campo è arrivata puntuale: il Napoli ha ribaltato la partita e si è rilanciato in classifica.
Analisi tattica: De Bruyne come chiave del sistema Conte
Da interno nel 3-5-2 o da trequartista alle spalle di Hojlund, De Bruyne resta l’uomo in grado di collegare centrocampo e attacco. Con lui, i tempi di gioco si accorciano, i tagli diventano più precisi e le mezzali si inseriscono meglio. Senza di lui, il Napoli appare più prevedibile e lineare.
Conte lo sa, ma continua a chiedere equilibrio difensivo. La sfida per il tecnico sarà proprio questa: trovare un compromesso tra disciplina tattica e libertà creativa. E forse, dopo la prova contro il Genoa, il messaggio è arrivato forte e chiaro.