Inter News 24
·26 de septiembre de 2025
Prisco rivela: «Prima del Milan Berlusconi voleva l’Inter, ecco com’è andata»

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In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Luigi Maria Prisco, figlio del celebre Peppino Prisco, ha raccontato un curioso e significativo retroscena che lega la storia dell’Inter al nome di Silvio Berlusconi. L’avvocato Prisco, che fu vicepresidente dei nerazzurri dal 1963 fino al 2001, ebbe infatti rapporti diretti con il futuro leader politico e patron del Milan, che nei primi anni Settanta tentò di acquistare proprio il club nerazzurro.
Secondo il racconto del figlio, il primo incontro tra Prisco e Berlusconi risale al 1972, quando l’imprenditore milanese era ancora un “semisconosciuto costruttore”, come viene descritto. «Molti all’epoca ne storpiavano perfino il cognome, chiamandolo Bernasconi», ha ricordato Luigi Maria. In quell’occasione, Berlusconi si rivolse a Peppino Prisco per intercedere con Ivanoe Fraizzoli, allora presidente dell’Inter, manifestando la volontà di rilevare la società.
Il giovane Berlusconi, che all’epoca aveva appena 35 anni, colpì molto l’avvocato nerazzurro per determinazione e chiarezza di idee: «Mi ha fatto un’impressione enorme, ha le idee molto chiare», confidò Peppino Prisco dopo il primo incontro. Nonostante l’interessamento, Fraizzoli respinse l’offerta, giudicando l’imprenditore troppo giovane: «Lei ha 35 anni, ritorni tra dieci anni».
Il futuro Cavaliere non si arrese e tornò alla carica all’inizio degli anni Ottanta. Ma anche in quella circostanza la risposta del presidente interista fu negativa. Questa volta pesò lo scandalo della P2, la loggia massonica deviata che aveva travolto il mondo politico e imprenditoriale. Il nome di Berlusconi comparve tra gli iscritti e Fraizzoli, noto per il suo rigore morale, tagliò corto: «Non vendo l’Inter a un piduista».
Il rifiuto di Fraizzoli segnò di fatto la storia del calcio italiano. Respinto due volte dall’Inter, Berlusconi scelse di investire sul Milan, acquistandolo nel 1986 e aprendo un’era di successi straordinari per i rossoneri in Italia e in Europa.
L’aneddoto raccontato da Luigi Maria Prisco mette in luce non solo l’acume di suo padre, uomo simbolo della storia interista, ma anche quanto gli intrecci tra calcio, politica e imprenditoria abbiano inciso sulle sorti delle squadre milanesi. Se Fraizzoli avesse detto sì, il destino della città calcistica sarebbe stato completamente diverso.
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