Calcionews24
·10 octobre 2025
Gasperini: «Atalanta dopata con me? Un’offesa averlo solo pensato. A Roma più passione che a Napoli ma non siamo da Champions»

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·10 octobre 2025
In una lunghissima intervista concessa al Corriere dello Sport il tecnico della Roma Gian Piero Gasperini ha affrontato tantissimi temi, parlando anche del suo passato all’Atalanta.
ACCETTARE LA ROMA – «Il fatto che a Roma c’è una passione incredibile. Io credo che in questo momento, in Italia, Roma sia insieme a Napoli il posto più appassionato e appassionante. E forse Roma anche più di Napoli, perché Napoli ha vinto. Dove c’è più fame di calcio, più voglia di fare risultati, dove c’è un amore verso la propria squadra così profondo, viscerale, lo stimolo è elevatissimo. Inoltre è un bel momento per gli stadi italiani che si sono nuovamente riempiti».
ROMA DA CHAMPIONS? – «Non lo è. Questo aumenta il merito, no? Il merito di questi ragazzi. E nel frattempo è chiaro che ci auguriamo di crescere, lo sappiamo anche noi che il nostro primato è abbastanza casuale. Le partite le abbiamo giocate però, non è che ce le ha regalate nessuno. Adesso iniziano gli scontri diretti, ci si misura con le realtà più importanti, però è vero che questa squadra può migliorare, ha dei margini notevoli».
A ROMA NON HA UN 11 TIPO COME A BERGAMO – «Il calcio è cambiato, oggi è molto più difficile, ti devi adattare molto di più perché c’è un pressing esasperato che prima apparteneva a noi e adesso all’ottanta per cento delle squadre. E non è un caso che sia cambiata anche la mentalità in Italia. Tutti investono sull’attacco. La Juventus ha tre attaccanti fortissimi ed è andata a comprarne altri tre, il Napoli ha preso Lucca, Hojlund, Lang. L’Inter ha quattro punte di primo livello e ha speso in quel settore. Il Milan ha preso attaccanti, la Fiorentina pure, l’Atalanta Sulemana e Krstovic. Prima tutti acquistavano difensori. Nel costruire la squadra si partiva dalla difesa, poi i centrocampisti e se avanzava qualcosa la punta. O le punte. Su questo aspetto c’è stata una discussione per anni con l’Atalanta e quando han preso Zapata siamo andati in Champions. Con Muriel ci siamo tornati, quindi abbiamo puntato su De Ketelaere e Scamacca e abbiamo vinto l’Europa League. Quando hai gli attaccanti forti ti diverti, anche questo è probabilmente un segnale che il calcio è cambiato. È un calcio più difficile, magari meno bello. Se guardi all’estero la tendenza è ancora più esasperata. Solo nell’ultima sessione hanno speso centinaia di milioni per dotarsi di centravanti forti».
DOPATI ALL’ATALANTA – «Chi ha soltanto pensato una cosa del genere ha offeso una società, il sottoscritto, uno staff e un gruppo di giocatori, il loro lavoro. Quando non si sanno trovare le risposte si ricorre alle maldicenze e alle peggiori fantasie. Noi siamo sempre stati puliti. Io credo nel rispetto delle regole dello sport. Il doping lo combatto da sempre. Sul campo odio le simulazioni. Detesto ogni forma di sotterfugio, il gioco sporco. Sono tutti attentati allo sport che amo più, che tutti quanti amiamo e consideriamo parte della nostra vita. Per questo mi incazzo spesso. Una cosa è l’abilità tecnica, altro la furbata, la simulazione. La ricerca del dribbling in area per andare a prendere il rigore rientra nel campo delle abilità… E poi non sopporto il Var che mi allontana dal calcio per come l’ho sempre inteso».